Pieve di Cadore: le poste bloccano... Babbo Natale
L'ufficio di Pieve da tre giorni non smista più le lettere scritte dai bambini
Babbo Natale
PIEVE DI CADORE. Da tre giorni il Babbo Natale di Pieve di Cadore è disoccupato, perché non può rispondere alle lettere che stanno arrivando copiose da tutto il mondo. L'ufficio postale centrale di Pieve, infatti, non provvede allo smistamento della corrispondenza diretta al suo indirizzo. Lo ha comunicato il coordinatore del servizio corrispondenza di Babbo Natale, Antonio Alberti, disperato perché ha dovuto «licenziare» il personale addetto alle risposte che, come da tradizione, poi firmate dal grande vecchio prendono la strada dell'Italia e del Mondo. «Non conosco i motivi che abbiano portato al blocco dello smistamento postale nell'Ufficio di Pieve - afferma Alberti - rimane il fatto che, come coordinatore dello smistamento, lettura e risposta delle lettere inviate a Babbo Natale, in questo coadiuvato dalle e dai volontari scrivani ed amanuensi, da tre giorni non riusciamo più a rispondere ai bambini, perchè tutta la posta è in giacenza. Di per sè non è una cosa grave, ma quando un bambino e sonocentinaia, rimane deluso anche da Babbo Natale o Gersù Bambino, San Nicolò o la Befana, beh credo che nella sua crescita sarà prudente se non peggio, diffidente verso chi dovrebbe invece essere guida e appoggio sicuro. Ognuno di noi - aggiunge - se la ricorda la delusione di aver scoperto che Babbo Natale.... Pochi poi, prosegue e conclude, si rendono conto della finalità promozionale e turistica con le quali questa iniziativa è stata concepita nel lontano 1963 dall'allora direttore dell'AAST di Pieve di Cadore, Rizzi. Forse i padri fondatori dell'iniziativa avevano proprio questa finalità, che però è indispensabile sia coordinata, sviluppata e contenere delle finalità e non sia fine a se stessa». Oltre le motivazioni espresse dal coordinatore, esiste anche un altro aspetto organizzativo: considerato che la corrispondenza prima o dopo sarà consegnata, la sua lavorazione sarà molto problematica perché arrivando tutta insieme difficilmente potrà essere evasa prima dell'Epifania. Il fatto di Pieve diventa ancora più amaro, dopo aver sentito dalla Rai che a Roma c'è un ufficio apposito che lavora solo per Babbo Natale e lo scorso anno ha smerciato circa un milione mezzi di lettere. Eppure, anche i bambini che hanno inviato a Pieve le loro letterine hanno pagato regolarmente l'affrancatura.
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