«Pieve e Agordo? Non chiuderanno»

Caso Codivilla, Franceschi e Ciotti appoggiano la scelta di mettere la parola fine alla gestione assieme ai privati
Pieve di Cadore, 14 luglio 2006, l'ospedale - L'elicottero del Suem parcheggiato all'esterno dell'ospedale di PIeve
Pieve di Cadore, 14 luglio 2006, l'ospedale - L'elicottero del Suem parcheggiato all'esterno dell'ospedale di PIeve

CORTINA. «È stata trovata una soluzione naturale». Così il sindaco di Cortina Andrea Franceschi definisce la scelta presa dal consiglio regionale sul ritorno ad una gestione pubblica del Codivilla-Putti.

«La Regione nel 2009 aveva affidato a tre saggi il compito di valutare la sperimentazione», ricorda Franceschi, «e bastava leggere la relazione dei saggi, che dava un giudizio negativo sulla gestione sperimentale, per capire che la soluzione sarebbe stata quella di interrompere questa gestione. Credo sia una scelta giusta e naturale, certo arrivata con estremo ritardo, e in maniera imprevista, ma la politica è fatta anche di queste cose. Ora andremo avanti. Ci siamo già sentiti tra sindaci, l'obiettivo unanime è quello di garantire i servizi sanitari a tutte le comunità. Capisco che oggi ci siano dubbi e perplessità da parte magari dei dipendenti assunti dal privato, ma ritengo che la regione saprà trovare le formule per traghettare il personale dal privato al pubblico».

«Le notizie che mi arrivano da Venezia», rivela Franceschi, «sono rasserenanti, quindi invito a stare tranquilli, in Regione stanno lavorando e non si vuole né ridurre i servizi né mandare a casa i dipendenti. In consiglio regionale c'è stato un primo passaggio importante e atteso da tempo. Ora si aprono delle nuove prospettive sia per l'ospedale ampezzano che per tutti gli ospedali del bellunese. Ci sono anche in ballo circa 20 milioni di euro, tra la vendita del Putti, e la disponibilità data dal comune a riqualificare l'edificio in Cesare Battisti, che dovranno essere investiti sulle strutture ospedaliere del Bellunese. I nostri obiettivi restano che al Codivilla venga potenziato il servizio di emergenze, si possano aprire degli ambulatori a rotazione con gli altri ospedali della provincia, per evitare ai cittadini di andare lontano per una visita, e che vengano implementati i servizi di eccellenza come quelli relativi all'osteomielite. Noi faremo la nostra parte e siamo pronti ad entrare nel consiglio di amministrazione cosa che questa gestione non ci ha mai consentito. Nell'attuale cda siedono ancora dei consiglieri nominati nel 2006 dall'allora sindaco Giacomo Giacobbi che non hanno mai relazionato alla nostra amministrazione».

Tranquillizza anche il sindaco di Pieve di Cadore Antonia Ciotti. «La sperimentazione al Codivilla-Putti è terminata da tempo», premette la Ciotti, «e questo è stato deciso non da un semplice provvedimento, ma da una legge regionale, che ha determinato un nuova situazione rispetto al piano sanitario, con un suo budget e con un piano relativo ai posti letto ben definiti. Pertanto non ritengo sia possibile che, se il Codivilla torna a gestione pubblica, vengano a mancare posti letto nell'ospedale di Pieve o di Agordo né tanto meno vengano chiusi. Secondo me ci sarà anche un passaggio dei dipendenti, non si è mai sentito che la Regione abbia lasciato a casa dei dipendenti di strutture sanitarie. Questa operazione a mio avviso porta vantaggi sia agli ospedali che soprattutto ai cittadini. Ora sarà da creare una sinergia attiva tra l'ospedale di Cortina e quello di Pieve, sotto il timone dell'Usl 1, che consenta un'ottica di risparmio, una rotazione dei servizi ambulatoriali, e l'implementazione di alcuni servizi di eccellenza».

«Ogni ospedale avrà la sua eccellenza», conclude la Ciotti, «e tutti garantiranno però le visite ambulatoriali ai pazienti. Io tranquillizzo i miei concittadini: a Pieve l'ospedale non chiuderà e anzi secondo me verrà riqualificato anche il Codivilla-Putti di Cortina. Con questa scelta ci sarà un risparmio per l’Usl 1, basti pensare che sino adesso l'Usl per il Codivilla-Putti spendeva 14 milioni di euro l'anno e per l'ospedale di Pieve 19 milioni l'anno, ma a Pieve ci sono più posti letto, più reparti e più dipendenti. Quindi ci sarà un risparmio».

Alessandra Segafreddo

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