Pindolon al tassista ma anche le corna e pesanti minacce con un ombrello

Un bellunese finisce  in tribunale per molestie nei confronti di un uomo che vedeva nel parcheggio riservato ai taxi

BELLUNO. «Pindolon» al tassista. Un insulto in dialetto bellunese a una persona che evidentemente non sopportava. Il sentimento sarà contraccambiato. Ma non solo insolenze: anche molestie e minacce. Zeno Rossa è in tribunale, difeso dall’avvocato Liuba D’Agostini. Tra il marzo e l’aprile 2016, i rapporti tra l’attuale imputato e la parte offesa devono essere stati molto tesi e non se ne sa ancora il motivo. Uscirà durante la fase istruttoria del processo. I battibecchi, si direbbe a senso unico, avvenivano nella zona del parcheggio dei taxi davanti alla stazione ferroviaria.

Rossa passava di là e avrebbe molestato la controparte, dandogli dell’idiota, mostrandogli il dito medio o facendogli le corna con una o entrambe le mani. In almeno una occasione i due sono venuti a stretto contatto, ma non risulta che ci sia stato anche qualcosa di fisico. Erano più le parole e i gesti, almeno nella prima fase. La situazione è degenerata il 9 aprile ed è stato l’episodio che ha convinto il tassista a presentare una querela alla polizia. Rossa l’avrebbe insultato ripetutamente, oltre che strattonato e inseguito fino al centro dell’atrio della stazione, tenendo in mano un ombrello e rendendo necessario l’intervento di una terza persona, oltre che di un agente della polizia ferroviaria in servizio.

Non sono contestate lesioni, ma ce n’è abbastanza per configurare la minaccia, oltre tutto con la recidiva, reiterata, specifica infraquinquennale. Cioè non era la prima volta che capitava negli ultimi cinque anni, forse non nei confronti della stessa persona. Nell’udienza di ieri il giudice Coniglio ha raccolto gli elenchi dei testimoni da ascoltare e rinviato ai prossimi mesi per il calendario e l’avvio dell’istruttoria. Ci saranno sicuramente l’uomo che ha assistito alla scena e il poliziotto della Polfer. —

G.S.

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