Pioggia di ricorsi al Tar contro i vincoli di Auronzo e Comelico

Comuni, Provincia e Regione (che si rivolgerà anche alla Corte Costituzionale) prepareranno azioni multiple ma condivise

COMELICO

Marciare divisi per colpire uniti. È la strategia di Regione, Provincia e Comuni per vincere la guerra dei vincoli paesaggistici, dopo aver perso una battaglia. I ricorsi al Tar saranno plurimi, divisi ma condivisi, come si è stabilito ieri nel vertice di Longarone. La Regione, infatti, si opporrà al decreto del ministero dei Beni culturali sia avanti il Tar che avanti la Corte Costituzionale. La Provincia farà un suo ricorso. Il Comune di Auronzo il proprio, quelli del Comelico uno insieme o ciascuno il proprio, si vedrà.

I ricorsi saranno accompagnati da un atto di indirizzo politico della Provincia, da far sottoscrivere a tutti i consigli comunali. In più c’è una raccolta di firme “istituzionale” (quelle spontaneistiche, si è osservato ieri, rischiano di fare confusione). È quanto hanno deciso ieri tutti gli enti, insieme ai legali, riuniti ieri a Longarone. Si è deciso di dare l’assalto al decreto da più fronti, generali, di metodologia, e particolari di contenuto prescrittivo.

La Regione si muoverà su due binari, contestando il merito ma anche il metodo. «Nel merito», sottolinea l’assessore Gianpaolo Bottacin, «sarà ribadito come questi nuovi vincoli di fatto determineranno un’assoluta paralisi delle terre alte, con gravissime ripercussioni economiche e sociali». Ma verrà evidenziato anche, a livello di Corte Costituzionale, che il provvedimento statale di fatto rappresenta un documento pianificatorio, che – secondo Bottacin – lede la competenza regionale, generando un pesantissimo conflitto di attribuzioni. Tanto più considerando il fatto che la Regione da tempo sta lavorando proprio sul Piano paesaggistico, «nostra precipua competenza».

«Anche in termini di principio, non possiamo accettare che lo Stato si sostituisca alla Regione con un’azione di imperio», aggiunge Bottacin.

Tatiana Pais Becher, sindaco di Auronzo, si dichiara «più che soddisfatta. Immagino che la coesione nella fermezza sarà la nostra arma vincente. Almeno ci proviamo. E la Regione fa bene a prendere di mira la competenza, che non è sicuramente quella del ministero».

Soddisfatto anche Marco Staunovo Polacco, sindaco di Comelico Superiore, d’accordo con i colleghi ma soprattutto con la Regione che bisogna evitare di sbagliare anche un solo colpo, magari per un’illusoria fuga in avanti. Subito dopo l’Epifania, la Regione convocherà una riunione a Venezia per definire insieme ai sindaci le bozze coordinate dei ricorsi che saranno presentati.

«Il testo base sarà lo stesso, poi ognuno dei soggetti procederà per quanto di sua competenza», spiega il consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi. «In questo modo potremo portare al Tar diverse sfaccettature delle conseguenze dei vincoli. Che, va detto, sono un grande problema. Lo ha spiegato molto bene anche il sindaco di Comelico Superiore quando ha ricordato come ci siano già pratiche burocratiche bloccate negli uffici comunali a causa dei vincoli, che entrano nel dettaglio e creano difficoltà ai cittadini e alle imprese. È proprio per questo che dobbiamo ricorrere al Tar».

«Il passaggio di oggi è fondamentale perché abbiamo condiviso un percorso comune per il bene del nostro territorio», conclude il presidente della Provincia, Roberto Padrin. «Poter gestire in maniera autonoma il nostro territorio è una delle carte che ci possono dare una mano a contrastare lo spopolamento». —


 

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