Pioggia e fulmini: su Pieve cinque ore di blackout

Una saetta ha colpito una cabina di distribuzione mandando in tilt la linea. L’acqua ha allagato strade e sollevato pezzi d’asfalto, orti devastati

PIEVE DI CADORE. Un temporale fortissimo, cinque ore di black-out e circa 2.500 persone al buio: questa è stata la conclusione della giornata di Ferragosto nella frazione di Nebbiù di Cadore. Tutto per un fulmine caduto su una cabina dell’Enel.

Il pomeriggio del Ferragosto centro cadorino è stato rovinato da un temporale fortissimo con acqua mista a grandine, per fortuna con poco vento, che si è abbattuta subito dopo le 16, sulla fascia di territorio che si estende da Vinigo a Calalzo. Non sono stati segnalati feriti di alcun tipo, ma lampi e tuoni si sono susseguiti per oltre mezz’ora, accompagnati da una pioggia tanto forte che ha provocato danni ingenti agli orti e ai campi che si sono trovati sulla strada del fortunale: verdure tutte bucate dai chicchi di grandine, filari di fagioli e fagiolini abbattuti e con molti supporti spezzati.

Dopo alcuni minuti, a causa del fulmine che ha centrato la cabina Enel, la se n’è andata anche l’energia elettrica. Le strade che a quell’ora erano particolarmente affollati da escursionisti e da turisti in pochi minuti si sono liberate e chi ha potuto ha spostato in un posto sicuro la propria automobile.

Tra le località più colpite la parte alta di Venas e Valle, mentre Nebbiù è stata investita in pieno da una pioggia tanto forte da provocare dei danni alla Strada Maestra, che collega la Statale con la parte alta del paese.

«L’acqua cadeva con tale violenza e in tanta quantità che formare quasi un torrente», hanno affermato degli ospiti della casa alpina Mari, «in alcuni momenti sulla strada asfaltata ha raggiunto i 20 centimetri di altezza».

In effetti la violenza delle precipitazioni ha divelto dei pezzi di asfalto, asportandone dei pezzi della misura di 30-40 centimetri. Non si è salvata nemmeno la sagra di Nebbiù, che nel pomeriggio viveva la sua ultima giornata e che ha visto delle bordate d’acqua entrare sotto il tendone e nella sede del bar e della pesca di beneficenza.

La mancanza di energia elettrica causata dal fulmine che ha colpito la cabina di distribuzione di via del Molono di Nebbiù ha intanto mandato in tilt l’intera frazione di Nebbiù, provocando dei gravi disagi alle oltre 2500 persone che sono rimaste al buio. Grazie al gruppo elettrogeno di Ferruccio Meneghetti che ha funzionato fino al ritorno dell’energia elettrica, è stato possibile risolvere il problema della sagra.

La manifestazione ha funzionato regolarmente anche se a causa del temporale ha visto un afflusso di persone minore delle altre tre serate. L’assenza di energia elettrica si è dimostrata particolarmente grave, invece, per tutte le seconde case sparse nella piana di Nebbiù rimaste al buio, con il problema dei frigoriferi pieni.

Alla casa Alpina Mari c’erano oltre 200 persone, tra ospiti e personale. «Abbiamo dovuto servire la cena a lume di candela», spiega il direttore della struttura, Fabio. «I problemi sono iniziati subito dopo, perché gli ospiti più anziani a causa del buio hanno iniziato ad innervosirsi. Vane sono state la sollecitazioni rivolte all’Enel. La risposta è sempre stata: “Le squadre sono al lavoro. Non resta che aspettare”. Comunque il ritorno dell’energia elettrica ha riportato la tranquillità e la vita normale, senza conseguenze».

Vittore Doro

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