Piove a Cancia, la frana torna a muoversi

I sensori hanno registrato lo smottamento alle 16.30, chiusa per mezz’ora l’Alemagna ma l’allarme rientra senza danni

BORCA DI CADORE. Piove e la frana torna a muoversi. Attimi di paura a Cancia, ieri pomeriggio, per i cittadini che abitano sotto la frana dell’Antelao. A sei anni dallo smottamento che nella notte tra il 17 e il 18 luglio del 2009 travolse l’abitato e stroncò le vite di Giovanna Belfi e Adriano Zanetti, a Cancia l’incubo della frana è tornato.

Mancavano pochi minuti alle 16.30 quando un forte temporale si è abbattuto sul canalone di Salvella, l’area alle pendici dell’Antelao. La macchina del pronto intervento si è messa subito in moto: sul posto i vigili del fuoco (in particolare i volontari di Vodo e Borca), personale Anas e le forze dell’ordine, che già pochi minuti dopo l’allarme aveva provveduto alla chiusura a titolo precauzionale della statale 51 di Alemagna, all’altezza del bivio che sale a Cancia. Chiusura rimasta in vigore circa un’ora, il tempo necessario per accertare, alla presenza del primo cittadino di Borca (in qualità di autorià locale di Protezione civile) il rientrato pericolo.

Oltre al sindaco Bortolo Sala, a monitorare la frana anche i volontari della Protezione civile e il vice-sindaco Giuseppe Belfi. Solo per una questione di attimi non sono state attivate le sirene. «Noi eravamo in centro a Borca», raccontano Sala e Belfi, «dove pioveva poco. Vedevamo saette e tuoni scaricarsi sull’Anetalo e non ci è voluto molto per capire. Abbiamo chiamato i ragazzi della Protezione civile che monitorano l’area della frana e la risposta era quella che temevamo: si era mossa. Movimento subito segnalato anche dai sensori posizionati a monte. Dall’Antelao si vedevano nitidamente sei cascate di acqua scendere come fiumi in piena. Abbiamo attivato le forze dell’ordine, che sono intervenute immediatamente. Abbiamo avvisato i cittadini, che sono saliti ai piani superiori delle loro case e hanno chiuso le imposte, come da procedura, e invitato tutti a non uscire di casa e nel mentre è stata chiusa la statale di Alemagna, dove si era riversata un po’ di acqua e fango. Eravamo sul punto di azionare anche le sirene: se fosse successo di notte avremmo sicuramente fatto suonare l’allarme, ma di giorno si poteva monitorare tutto in maniera puntuale e quindi possiamo dire che il pericolo è scampato. L’acqua scesa dall’Anetalo si è riversata nell’invaso di contenimento che sta sopra Cancia: si è riempito di detriti, ma l’acqua è fuoriuscita e in parte si è convogliata nel Ru De Miolei, che stava per tracimare. Altra acqua è poi finita sulla statale, sia dalla strada che scende da Cancia che dal torrente dietro l’hotel Bories. È andata bene, ma questa è l’ennesima riprova che i lavori sul canalone vanno completati al più presto per ridurre un rischio che continua ad essere reale».

Ribadisce l’urgenza anche Marco Zanetti, consigliere con delega alla frana di Cancia. «Non possiamo aspettare che ci siano altre vittime. Per fortuna stavolta non sono state coinvolte persone o cose, ma si capisce che la nostra richiesta di ricevere dalla Regione lo stato di somma urgenza per l’iter della frana è una richiesta assolutamente motivata. Non possiamo passare anni a girare carte, a fare riunioni. Sono sei anni che corriamo ovunque e adesso bisogna passare ai fatti. Contatterò di nuovo la Regione per garantire un’accelerata all’iter. Abbiamo i finanziamenti per fare le opere e non possiamo invertirli per le lungaggini burocratiche. Qui si stratta di salvaguardare vite umane, è necessario procedere spediti». (a.s.)

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