Piove dentro l’ospedale colpa di cicche e guano

Secchi e grandi teli sanitari sistemati sul pavimento per raccogliere l’acqua Pittoni: «Rimedieremo con un tubo di drenaggio e carta catramata»

FELTRE. Governo ladro, questa volta, non c'entra. Anzi, nell'acqua che scende copiosa sul corridoio di raccordo fra padiglione Dalla Palma e padiglione Gaggia più o meno all'altezza dell'accesso dedicato all'unità coronarica, c'è chi è stato più che generoso: i piccioni, primi fra tutti, che con il loro guano hanno intasato le grondaie del solaio soprastante, le foglie autunnali dell'anno o degli anni passati e la fanghiglia del dilavamento portato dal vento monsonico. Non è dell'altro giorno, il fenomeno dell'”acqua in casa”, ma è almeno da un anno che quando viene un acquazzone, non essendoci una via di scolo, la pioggia ha trovato la sua infiltrazione preferita e si riversa dove vuole. Alla presenza molesta si è ormai abituato anche il personale ausiliario che, armato di grandi teli sanitari e di secchi moplen, raccoglie quanto si può evitando in questo modo anche ai visitatori distratti la classica scivolata sulla pozzanghera.

Non ci vuole molto per risolvere il problema che, se non corretto, continuerà a riproporsi, soprattutto in autunno con il cambiamento delle stagioni climatiche. Il direttore sanitario Giovanni Maria Pittoni ha già preso atto di questa situazione incresciosa, sollecitando il pronto intervento da parte dell'ufficio tecnico. «Il sistema in atto per l'aspirazione dei liquidi non sembra essere sufficiente a scongiurare le infiltrazioni dell'acqua», spiega il direttore Pittoni. «Ma sono certo che si troverà un sistema per evitare che l'acqua entri all'interno, magari con un tubo per il drenaggio e un foglio di carta catramata».

Ci sono altri anfratti e anfrattini, nel complesso ospedaliero, che andrebbero ripuliti dagli escrementi dei volatili e dai mozziconi delle sigarette furtivamente gettati dalle finestre che, prima o poi, finiscono per intasare tombini, tombotti e grondaie con il rischio di provocare infiltrazioni e risalite dell'acqua dal basso. Ma di mettere posaceneri ad ogni angolo dell'ospedale non si parla nemmeno perché è come confermare il principio di contraddizione. E i colombi e le cornacchie che quando sono a pancia piena offrono dalle finestre delle stanze di degenza lo spettacolo straordinario dei loro rituali ludici, non si possono impallinare. Così non resta che raccogliere le sole armi della manutenzione ordinaria strizzando l'occhio, magari una sola volta al posto di dieci, alla spending review. (l.m.)

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