Piste ciclabili, «troppi progetti nel cassetto»

Gli Amici della bicicletta bacchettano Comuni e Palazzo Piloni per non essere intervenuti
2011-07-04 -LO- Lago di caldaro, furti biciclette
2011-07-04 -LO- Lago di caldaro, furti biciclette

BELLUNO. Sfruttare il bando regionale per la realizzazione di piste ciclabili, ultimando i lavori già intrapresi o iniziandone di nuovi. Questo l’appello lanciato a Provincia e Comuni del Bellunese dalla Fiab-Amici della bicicletta e dalle altre associazioni vicine al mondo delle due ruote, che da tempo si muovono per incentivare l’utilizzo della bici e i percorsi a essa riservati.

«La Regione Veneto», precisa Bortolo Calligaro, «a settembre ha approvato un bando da 35 milioni di euro per la realizzazione di piste ciclabili. Questa è un'ottima notizia, anche se non c'è un sistema coordinato fra Regione, Province e Comuni che individui in modo condiviso le priorità sulle quali intervenire. I tempi sono molto stretti, visto che i progetti vanno presentati entro 60 giorni».

E per questo gli Amici della bicicletta chiedono che vi sia un maggior coordinamento tra gli enti locali affinché questa possibilità offerta da Venezia su fondi europei, sia sfruttata nel migliore dei modi, «evitando sprechi o interventi non finalizzati a risolvere i tanti problemi e pericoli presenti nel territorio provinciale per la circolazione in bicicletta e a piedi».

L’associazione evidenzia i tanti deficit nel Bellunese per la mobilità ciclistica, evidenziando come molti progetti attendano di essere realizzati da decenni. «Riteniamo necessario impegnarsi per una ciclovia tra Belluno e Feltre, dove purtroppo scontiamo la non azione pressoché totale della nostra Provincia, che pure nel 1999 aveva commissionato uno studio di fattibilità rimasto lettera morta: il primo stralcio, Salce-San Fermo, finanziato nel 2000 grazie alla legge 366/98, non è ancora stato realizzato»

Sinistra Piave.Per quanto riguarda la viabilità ciclopedonale in Valbelluna «questa ha fatto significativi passi avanti solo in sinistra Piave, grazie all'operato di Comuni e associazioni di volontariato. Sono in corso, infatti, i lavori della ciclabile Trichiana-Mel, che vanno ad aggiungersi a quanto già fatto a Limana e di Lentiai. In quest'ultimo tratto ci sono già ottimi riscontri, anche economici, legati alla frequentazione di quel tratto della Via Claudia Augusta Altinate da parte di cicloturisti stranieri e al coinvolgimento di operatori locali, alberghi e noleggiatori di bici. I quattro Comuni hanno deciso di gestire in modo coordinato lo sviluppo dell'itinerario, ma è necessario che si muovano anche il Comune capoluogo e soprattutto la Provincia».

Destra Piave.Lungo la destra Piave gli Amici evidenziano maggiori problemi «perché c'è stato minore impegno degli enti locali. In particolare è pessima l'uscita da Belluno in direzione Feltre e poi molto pericolosi sono i tratti che vannoda Santa Giustina a Busche e da Busche all'incrocio per Nemeggio. Unica nota positiva: finalmente è stato allargato il ponte sul Cordevole a Bribano, sulla Statale 50, con passerella di m. 2,20 per le bici e i pedoni».

Nel resto della provincia.Allargando lo sguardo all'intero territorio provinciale, «lavori molto importanti», dice Calligaro, «sono in corso a Pieve di Cadore e Castellavazzo e nella zona compresa tra Ponte nelle Alpi e il lago di Santa Croce, fondamentali per il collegamento cicloturistico tra le Dolomiti, Belluno e Venezia. In comune di Cortina è stato finalmente installato il semaforo a chiamata all'inizio dell'abitato (attraversamento della Statale in curva senza visibilità), annunciato come imminente sui giornali locali due anni fa. Mancano però sempre circa 400 metri di pista da Acquabona verso sud, dove bisogna ancora percorrere la statale o scendere a Pian da Lago e proseguire su un sentiero stretto e malagevole». (p.d.a.)

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