Più acqua nei torrenti ma Enel rivuole i canoni

La Provincia deve restituire 2,3 milioni di euro per la riduzione delle potenze degli impianti. Si lavora al compromesso: usare i soldi per lavori nel Bellunese
Di Alessia Forzin

BELLUNO. Più acqua nei torrenti, meno soldi per la Provincia. Anzi, soldi da restituire. La revisione delle potenze delle concessioni per gli impianti presenti nel Bellunese ha comportato un bel problema da risolvere per il Consorzio Bim (che incassa i sovracanoni) ma anche per la Provincia (che incassa i canoni). Se il Consorzio deve restituire ad Enel 2,7 milioni di euro, la Provincia deve ridare 2,3 milioni. Una mazzata per le casse di Palazzo Piloni.

Enel, infatti, ha regolarmente versato gli importi dovuti e ora chiede il conto degli arretrati degli ultimi cinque anni. La revisione delle potenze è stata fatta per dare seguito a un provvedimento nazionale, recepito dopo qualche anno dalla Regione Veneto, teso a fare rispettare il deflusso minimo vitale nei corsi d’acqua. Fondamentale, per salvare fiumi e torrenti bellunesi.

Ma se il provvedimento da un lato salva (o cerca di salvare) l’ambiente, dall’altro ha creato un problema che la Provincia sta cercando di affrontare. «Stiamo dialogando con Enel», spiega il consigliere Leandro Grones. «La legge nazionale del 2003 ha aumentato il deflusso minimo vitale e ridotto, di conseguenza, l’acqua turbinata dalle centrali. Questo comporta una riduzione della potenza dell’impianto. La nostra Regione ha recepito la legge all’inizio di quest’anno, ma nel frattempo Enel ha continuato a pagare per intero i canoni. E adesso ci chiede di restituire quanto ci ha versato in più».

La legge prevede che il pregresso non possa superare i cinque anni, ma il conto è salato: due milioni e trecento mila euro. Nel dettaglio, Enel ha pagato 12 mila euro di canoni in più nel 2011, 205.623,55 nel 2012, nel 2013 addirittura 816.372,93 euro in più. Gli importi più elevati sono proprio quelli riferiti agli ultimi tre anni: per il 2014 la cifra da restituire è di 840.738 euro, ma la metà è a carico della Regione. Per il 2015, infine, la Provincia deve ridare ad Enel 850.770,67 euro. La somma di tutte queste voci fa 2.725.986,58 euro. Tolti i 420 mila euro che restituirà la Regione, restano i 2.300.000 euro che dovranno uscire dalle casse di Palazzo Piloni.

«Sono tanti», ammette Grones. Ma Enel ha ragione, perché ha pagato più di quanto doveva, a guardare i nudi numeri. «Però stiamo trattando». L’obiettivo della Provincia è di tentare di trovare un accordo, anche se appare difficile che Enel rinunci ad ottenere il rimborso. In Provincia non sono ingenui e lo sanno, così si sta cercando una sorta di compromesso: fare in modo che quella cifra, importante, venga utilizzata per interventi di difesa idrogeologica nel Bellunese: «Ci stiamo lavorando», ammette Grones. L’obiettivo è chiudere la vicenda entro i primi mesi del 2017.

Ma dove troverà i soldi la Provincia? «Ci penseremo, di sicuro valuteremo un saldo per stralci», conclude Grones. «Ma pensiamo ad una cosa per volta».

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