«Più attenzione per le frazioni periferiche»

Rufus Bristot sollecita la giunta a rispondere al disagio manifestato alle Ronce, Tassei e Piandelmonte
BELLUNO. È stato fatto troppo poco per le frazioni più periferiche del comune. Ronce, Tassei, Piandelmonte, Valdart, Medil, di recente hanno reclamato attenzione con cartelli inequivocabili: “Basta chiacchiere, ora fatti. Il 22 ottobre via con Limana”. Queste frazioni, infatti, confinano con Limana, e hanno lanciato la provocazione per sollecitare interventi attesi da troppo tempo. A chiederli con forza è anche Rufus Bristot, che siede in maggioranza.


L’interrogazione che ha preparato è rivolta al presidente del consiglio Francesco Rasera Berna (anche lui fa parte di Insieme per Belluno), al sindaco Massaro e ai membri del gruppo con il quale Bristot è stato eletto in consiglio. Già nella passata consiliatura Bristot aveva pungolato l’amministrazione a fare di più sul fronte delle opere pubbliche. Non ha perso la penna, con il Massaro bis.


Premesso che «da sempre le frazioni in oggetto lamentano una scarsa attenzione da parte del Comune», scrive il consigliere, ricordata l’importanza di mantenere la montagna abitata e il fatto che «negli ultimi anni, è bene dirlo con onestà intellettuale, sono state prodotte minori azioni» in queste frazioni, Bristot chiede quali lavori siano previsti, nel breve periodo (entro il 31 ottobre), in particolare su viabilità e sicurezza.


Per quanto riguarda gli interventi per il medio e lungo periodo, «da inserire nel prossimo piano triennale delle opere pubbliche», Bristot elenca opere per la difesa del suolo, su tombotti e caditoie, opere di drenaggio, asfaltature e posa guard rail, piazzole di scambio, interventi nel cimitero, servizi alla persona.


Considerata infine la recente protesta degli abitanti, la “secessione” con annessione a Limana, Bristot chiede se sia stato considerato di programmare un incontro con tutta la giunta, nel quale i rappresentanti delle zone interessate possano confrontarsi sulle problematiche che vivono. «In una città che vanta quale metodo base per fare attività politica ed amministrativa quello della partecipazione», conclude il consigliere, «riteniamo che, qualora non sia stato già predisposto, l’incontro sia il primo tassello per reintegrare quelle comunità, che hanno manifestato il loro disagio, alla città».
(a.f.)




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