Più di quattromila alla Festa dell’Uva
FONZASO. L’uva attira e i vini feltrini stanno facendo proseliti, ma la festa conclusa ieri a Fonzaso è molto di più. Intanto la pro loco, coordinatrice della manifestazione, si frega le mani per i numeri di un ’edizione che vede superare le quattromila presenze. Merito delle tante iniziative in programma accompagnate dal tempo bello che ha abbracciato l’intero fine settimana. Un successo forse inatteso per gli stessi organizzatori indaffarati a servire circa mille pasti solo ieri a mezzogiorno, quando la gente ha affollato il tendone allestito a fianco della casa del volontariato. La forza della festa sta nel coinvolgimento di tutto il volontariato del paese e nella distribuzione dei vari eventi in tutta la zona centrale. Così, se la piazza ha ospitato la sfilata dei carri dedicati alla vendemmia e il Palio delle Botti di sabato sera – vittoria per la squadra “Quei col turbante” – l’atrio del municipio ha ospitato una mostra sulle maschere realizzate in legno, nel piazzale sul retro del Comune ha trovato posto il mercatino artigiano, e soprattutto, quest’anno, alcuni privati hanno risposto positivamente alla richiesta di aprire le loro proprietà storiche affinché i visitatori potessero vedere di persona luoghi rimasti nascosti per anni agli stessi fonzasini.
A tardo pomeriggio la presidente Giovannina Della Betta è ancora impegnata insieme ai tanti collaboratori: «Siamo molto felici di com’è andata questa edizione perché così tanta gente non l’avevamo mai vista e questo significa che la festa sta crescendo. Siamo contenti perché fin dalla degustazione di vini del venerdì abbiamo riscontrato un cambio di passo rispetto agli anno passati. I prodotti delle cinque cantine bellunesi sono apprezzati e abbiamo dovuto rifornirci per i giorni successivi, soprattutto di vino rosso che meglio si abbina con i piatti serviti alla frasca. Da parte nostra cerchiamo di promuovere i prodotti della nostra terra non appena ne abbiamo l’opportunità come avvenuto alla festa di Rovigo e come succederà quando parteciperemo alla Festa del radicchio di Scorzè».
Coinvolgente la sfilata di carri allegorici che hanno coinvolto solaresche e associazioni: «Tutto il volontariato collabora e ringrazio tutti per il supporto», aggiunge ancora la presidente Della Betta, «la speranza è che dall’anno prossimo cresca il coinvolgimento del Comune perché se la festa continua a crescere ci sarà bisogno di una struttura organizzativa più forte».
Promossa la parte gastronomica, la novità di quest’anno sono state le abitazioni, le corti e le cantine che hanno aperto le porte ai visitatori. Così è statop possibile vede l’ex filanda De Boni dove fino a 50 anni fa si produceva anche del vino oppure l’edificio, ora abitato dalla famiglia Corso, che nel 1772 ospitava la Locanda Alla Torre. Veri gioielli di storia.
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