Più lavori sulla rete idrica, rischio aumenti in bolletta nel Bellunese

In vista un aggiornamento del piano investimenti per fare interventi necessari. I sindaci devono valutare se incrementare la tariffa o dilatare i tempi di realizzo
SALMASO - ACQUA SALMASO - ACQUA
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BELLUNO. Un mese per decidere se aumentare, o meno, la tariffa dell’acqua. Entro il 30 aprile, infatti, i sindaci devono approvare il piano degli investimenti da trasmettere poi a Bim Gsp, gestore del servizio idrico integrato in provincia. I primi cittadini quest’anno hanno la possibilità di aggiornare il piano e hanno tutta l’intenzione di farlo, perché gli interventi di cui ha bisogno il territorio sono numerosi. Ma, da normativa, tutto quello che rientra nell’espressione “servizio idrico”, interventi sulla rete compresi, devono essere coperti dalla tariffa. Si rischia un aumento delle bollette? Può darsi, ma non è ancora sicuro.

I sindaci ne hanno discusso ieri in consiglio di Bacino. Negli ultimi mesi il comitato istituzionale, con a capo la presidente Maria Teresa De Bortoli, ha incontrato le vallate e raccolto tutte le istanze che arrivavano dai sindaci. Molti hanno chiesto di aggiungere interventi nei loro territori, è stato fatto un elenco e il piano, approvato nel 2016 e valido fino al 2033, è lievitato da 81 a 121 milioni di euro (al netto dei contributi a fondo perduto). «Si tratta di interventi necessari per rendere più efficienti acquedotti, fognature e depurazione», ha evidenziato la De Bortoli. Le criticità, del resto, ci sono e sono note: ci sono perdite sulla rete e problemi nel campo della depurazione.

Come gestire la situazione? È questa la domanda che si stanno facendo i sindaci, perché aggiungere 40 milioni di euro di opere rischia di avere ricadute sulla tariffa. 121 milioni, spalmati in sedici anni (dal 2018 al 2033) significa investire 7,5 milioni di euro all’anno. Il consiglio di Bacino aveva approvato un piano che prevedeva investimenti per 5 milioni l’anno, ma nelle ultime due annualità Bim Gsp ha effettuato interventi per circa sette milioni e mezzo.

La società ha reimpiegato gli utili e ha quindi dimostrato di avere la capacità di sostenere un piano più consistente di quello previsto dall’Autorità d’ambito. Se la confermasse, potrebbe sostenere anche un piano di investimenti da 121 milioni da qui al 2033. Altrimenti l’aumento tariffario sarà inevitabile.

Ma a quel punto la decisione sarà politica. Dei sindaci. Che siedono sia nel consiglio di Bacino, quello che detta la linea, sia (come soci), nell’assemblea di Bim Gsp. E in ciascuna sede si discute di alcuni aspetti, senza mai avere un quadro completo. Da qui la proposta del sindaco di Santa Giustina Ennio Vigne, che ha suggerito di convocare una riunione per superare quello che lui stesso ha definito «un cortocircuito»: quello fra controllori e controllati. Nella riunione in programma il 10 aprile i sindaci vestiranno contemporaneamente le due casacche di membri dell’Autorità d’ambito e di soci di Bim Gsp. E in quella sede valuteranno come gestire (e far gestire dalla società) il piano degli investimenti. E se gravare, o meno, sui cittadini.

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