«Più sicurezza e meno immigrati in città»

Il candidato sindaco della Lega Nord, Franco Gidoni, spiega il suo programma: «Riporteremo i parcheggi in piazza»
Di Irene Aliprandi

BELLUNO. Vice sindaco, sindaco, deputato e consigliere regionale. La Lega Nord si affida a un candidato che i bellunesi conoscono bene, un professionista capitato in politica un po’ per caso e subito capace di mettersi in luce: Franco Gidoni.

Gidoni, perché si candida a sindaco?

«La Lega Nord ha sempre avuto l’obiettivo di partire dal basso, dalla gente e dai territori. Solo con i sindaci è possibile ottenere questo risultato, ma in provincia i sindaci della Lega si contano sulle dita di una mano, non riusciamo a portare i voti delle politiche alle amministrative. Io ho deciso di accettare la richiesta del partito perché, tra tutte, l’esperienza del 2006 è stata speciale».

Nel settembre del 2006, a pochi mesi dall’elezione, il sindaco Celeste Bortoluzzi venne a mancare e lei che era il suo vice prese in mano il Comune per pochi mesi, ma produttivi. Come andò?

«Tutta la giunta si sentì responsabilizzata e ogni difficoltà venne smussata in nome di un compito imprevisto. Così siamo riusciti a lavorare molto e bene: il piano di opere pubbliche da 14 milioni è lo stesso ereditato poi da Prade e Massaro; sono io ad aver firmato l’accordoper Palazzo Fulcis che era bloccato da tempo; abbiamo dato il via allo spostamento della caserma dei Vigili del fuoco e chiuso l’accordo con Veneto Strade per il sovrappasso di via Marisiga e anche il ponte bailey nacque in quell’anno: fu Celeste Bortoluzzi ad ottenere che si facesse. Quando fai il sindaco ti senti utile alla gente».

Il vostro programma punta molto sulla sicurezza, cosa farete?

«Vogliamo potenziare la polizia municipale con nuove forze e bandi di assunzione mirati. Durante la notte i vigili dovranno essere armati. Potenzieremo anche la videosorveglianza e useremo gli strumenti della legge Minniti, come il daspo. Pensiamo a un maggior coordinamento con le forze dell’ordine e alla creazione di servizi nelle frazioni».

Qual è la vostra posizione sull’immigrazione?

«Abbiamo già dato. Io sicuramente non andrò all’Anci ad occuparmi di quel settore, nè ci tengo a fare video con Al Jazeera. Di fronte a questo fenomeno, da sindaco, ti senti in un ingranaggio più grande di te e con un giro sotto poco chiaro. Io direi no a nuovi arrivi e, in caso ci obbligassero, se ne dovrebbe occupare la Prefettura con regole chiare: vogliamo sapere chi sono, in quale stato di salute e come vengono gestiti. In Veneto abbiamo 150 mila disoccupati, non c’è lavoro anche per gli stranieri».

Quali opere pubbliche sono necessarie a Belluno?

«Va reso definitivo il ponte bailey e serve la bretellina da Marisiga a via Agordo. A Mussoi passano 8000 auto ed è un peccato ora che è stata realizzata una bella piazza. Inoltre va alleggerito l’incrocio di San Gervasio e vanno servite meglio le scuole di Mier. Bisogna rivedere il trasporto pubblico, con bus fino a Limana e Ponte nelle Alpi e coincidenze con i treni. Infine vogliamo ripristinare i parcheggi in piazza dei Martiri, dov’erano in passato, davanti ai giardini lato Liston».

Cosa pensate di fare per il commercio?

«La superficie di vendita media europea è di 150 metri quadri ogni mille abitanti, in Veneto è 300. Quando a Belluno sono stati regalati migliaia di metri ai centri commerciali è finita, poi Monti ha liberalizzato gli orari. In Regione stiamo cercando di tornare alle 20 aperture in deroga all’anno. Il problema della chiusura dei piccoli negozi è serio, soprattutto nei piccoli centri dove sono un presidio del territorio, ma l’unico modo per salvarli è riportare la gente a vivere nei centri storici e far sì che usi la macchina il meno possibile. Poi c’è il progetto di area artigianale a Levego: è superato, non serve più».

Quali idee avete per il turismo?

«Servono eventi e una nuova visione sulle piste ciclabili. Abbiamo speso milioni per farle vicine alle strade e pianeggianti e ora le biciclette elettriche hanno cambiato tutto e i ciclisti non si trovano più per strada ma in cima al Visentin. Servono pacchetti completi, che stiamo già portando avanti con Dolomitibus».

E per il sociale?

«Occorre andare oltre. Le politiche per gli anziani funzionano, non c’è più nulla da inventare, così come per l’infanzia e la disabilità. Ciò che trascuriamo sono i giovani, ma senza di loro la società va in crisi. Bisogna creare le condizioni perché i giovani restino qui. Con la chiusura dell’Università di Feltre, causata anche dall’invidia bellunese, abbiamo perso un’occasione».

Se andasse al ballottaggio si apparenterebbe con Gamba?

«Per me sarebbe sbagliato, ma deciderà il partito. Gamba ha detto no all’accordo, dicendo che volevamo fargli la tessera della Lega, ma non è vero e la prova è a Feltre con Balen».

Budget per la campagna elettorale?

«Circa 10 mila euro messi dalla Lega Nord».

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