Pizzeria esplosa a Pieve di Cadore, venti i vicini danneggiati
PIEVE DI CADORE
Pizzeria bruciata ed esplosa. Le indagini sul rogo con esplosione della “Mordi e fuggi” di Pieve di Cadore erano già chiuse, ma ora c’è anche l’avviso di garanzia ai cinque indagati Pasquale Ferraro, Fabio Laritonda, Giuseppe Lauro, Alessandro Piccin e Luigi Zanettin. L’altra novità il numero delle parti offese, che potrebbero chiedere i danni per i fatti del 24 aprile dell’anno scorso: sono 20. Una prima stima parlava di un milione di euro.
Le proprietarie dei muri di via XX Settembre, Renata e Tiziana Da Rold, l’ex gestore del locale Antonio Staiano e la Groupama assicurazioni hanno già deciso di costituirsi parte civile con l’avvocato Dalle Mule, ma ci sono anche il dentista Chiesa; i barman Zanardo del Check e Tabacchi della Birreria Vecchia; gli avvocati Bagheri e Bianco; i gelatieri Arbia, Zanettin, Candido e Dall’Acqua della Cristallo; il negozio di abbigliamento L’uomo; la fioreria Angolo verde; la parrucchiera Tyche; la ferramenta Ravara; la farmacia Tiziano; la parrocchia di Santa Maria e Dolomitibus per la pensilina della fermata.
Gli indagati sono accusati in concorso di incendio aggravato, danneggiamento fraudolento di beni assicurati e danneggiamento. Le indagini coordinate dal pm Sartorello sono state fatte da carabinieri e vigili del fuoco. Secondo la ricostruzione del magistrato, è stato Piccin a progettare l’incendio, per avere il risarcimento danni dall’assicurazione, con la quale aveva stipulato una polizza. L’incarico di fare il lavoro a Laritonda è arrivato tramite Zanettin e quest’ultimo ha anche sistemato due taniche di benzina nel locale. Lo stesso Laritonda e Ferraro sono arrivati a Pieve da Domegge a bordo del taxi di Ferraro. Qui sono entrati nella pizzeria con la chiave fornita da Piccin, hanno svuotato i contenitori e incendiato il combustibile.
I vapori avevano già saturato l’ambiente e questo ha provocato l’esplosione. Il fuoco si è propagato fino alle finestre dello studio dentistico al piano di sopra e al soffitto in legno del sottopassaggio di Vicolo dei Galli. Piccin era andato due volte dall’assicuratore: il 15 marzo per includere nella polizza gli atti vandalici e la seconda, per alzare il massimale ricorso terzi da 500 mila a un milione di euro e quello incendio contenuto da 80 a 90 mila euro. I danni si sono estesi ai vicini, oltre al fatto che Ferraro è rimasto ferito e ustionato.
Il solo Piccin è accusato anche di calunnia aggravata nei confronti di Staiano. Sentito dai carabinieri, ha detto di non sapere chi potesse essere stato, aggiungendo però di aver subito minacce da questa persona per una questione di soldi. Manca la data dell’udienza preliminare. Ferraro è difeso da De Castello, Laritonda da Mauro Gasperin e Barzon, Lauro da Munerin, Piccin da Azzalini e Zanettin da Montino e Longo. —
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