Pizzeria la Fenice: un terzo dei posti dentro il locale e app per ordinare

Non mancano le difficoltà per Di Lieto e collaboratori: «Ci stiamo organizzando ma il delivery con compenserà»

BELLUNO

Alla pizzeria “La Fenice” ci si prepara alla riapertura, tra regolamenti, difficoltà di gestione e tante idee.

L’ampia sala del locale potrà, per legge, ospitare solo un terzo dei clienti abituali e così i gestori hanno deciso di continuare a puntare forte sulle consegne a domicilio, raffinando il servizio con nuovi strumenti e addirittura sviluppando una propria app per ordinare e pagare la pizza e gli altri piatti direttamente dal cellulare. «Siamo in attesa di capire se ci saranno effettivamente degli aiuti per gli affitti e per la cassa integrazione dei dipendenti», spiega il titolare, Angelo Di Lieto, «nel frattempo lavoriamo e sviluppiamo nuove idee per i clienti».

LE MISURE DA RISPETTARE

Alla riapertura del locale, anche se con l’impossibilità di ospitare tante persone, sarà, comunque, necessario adottare misure straordinarie per garantire gli standard igienici e di sicurezza previsti: «Dovremo distanziare le tavole e le stesse persone e abbiamo calcolato che dai 120 posti a sedere attuali, potremmo arrivare ad un massimo di 40-45», spiega Di Lieto, «inoltre i personale dovrà indossare costantemente mascherine e protezioni per gli occhi, ci dovrà sempre essere gel igienizzante a disposizione e dovremo puntare all’utilizzo di materiale usa e getta. Su quest’ultimo punto resta il dubbio per i menù, perché la normativa non è molto chiara in merito, ma abbiamo già sostituito tutte le tovaglie in tessuto e così faremo con il resto».

SI PUNTA SULLE CONSEGNE

Da quando è entrata in vigore l’ultima ordinanza, anche La Fenice ha potuto riaprire le sue porte per ospitare, rigorosamente uno alla volta, i clienti in cerca di una pizza a portar via.

Un sospiro di sollievo per i titolari, che continueranno, comunque, a puntare con sempre maggior decisione sulle consegne a domicilio.

«Seguendo le regole, le persone possono venire a ritirare direttamente in pizzeria i piatti ordinati», continua Di Lieto, «l’importante è che nel locale entri solo un cliente alla volta; se ce ne saranno di più, dovranno aspettare fuori e saremo noi a distribuire le ordinazioni. Certo, se prima fatturavamo 10 ora fatturiamo 3 o 3 e mezzo e il delivery non potrà da solo compensare le perdite, ma stiamo lavorando sodo per offrire il servizio migliore possibile».

UN’APP DEDICATA

Questo, infatti, non sarà l’unico modo di acquistare il proprio pranzo o la propria cena. I gestori della Fenice hanno in serbo una novità per il futuro della loro attività: «Stiamo sviluppando un’app, che dovrebbe essere pronta già a inizio maggio, per permettere a tutti di sfogliare il menù e acquistare direttamente da casa pizza o altro, che verrà consegnato direttamente da noi», racconta Di Lieto, «sarà una novità importante perché limitiamo l’uso di contante, dato che si pagherà con la carta di credito, ed evitiamo le importanti commissioni dei servizi dedicati in questo periodo complicato. Si tratta di un investimento vero e proprio, che di solito fanno le grosse catene, ma penso che ci voglia la qualità per offrire un buon servizio di delivery». A questo Di Lieto unirà un aggiornamento dei materiali con i quali il cibo verrà consegnato: «Stiamo contattando aziende specializzate per avere cartoni della pizza capaci di mantenere il calore più a lungo e altre innovazioni, tutte rigorosamente made in Italy», aggiunge, «sarà un in più, soprattutto per i nostri prodotti più conosciuti e amati come la “nuvola”, che si presta bene ad essere consegnata a casa e persino ad essere riscaldata se dovesse avanzare».

STAFF E FUTURO

Rimangono le limitazioni al personale, costretto a casa in questo periodo, e le speranze perché si torni al più presto alla normalità: «Lo staff è al 90%, perché lavapiatti e addetti alle pulizie al momento non stanno lavorando, mentre gli altri si stanno dedicando alle consegne», conclude Di Lieto, «speriamo di poter tornare quanto prima alla normalità, perché se è vero che puntiamo sul delivery, è vero anche che le persone non vanno al ristorante solo per mangiare, ma cercano un’esperienza, vogliono incontrare altra gente, eccetera. Quindi queste limitazioni non renderanno facile la vita a nessuno finché dureranno, ma noi lavoriamo e facciamo del nostro meglio per poter continuare ad offrire il servizio migliore anche in questo momento». —
 

Argomenti:ristoranti

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi