Pizzicotti a una bimba un bellunese assolto dalla violenza sessuale

BELLUNO. Violenza sessuale, secondo la madre di una bimba. Una piccola di cinque anni che sarebbe stata toccata davanti alla cassa del bar della stazione ferroviaria. Ma alla fine del processo per questa gravissima ipotesi di reato, la stessa Procura aveva chiesto l’assoluzione per un 61enne bellunese, lo stesso ha fatto il difensore Forlin. Il collegio composto dai giudici Coniglio, Feletto e Cittolin ha assolto per quella che una volta si chiamava insufficienza di prove.

I tre magistrati hanno visto i video di due telecamere del locale e sono arrivati alla conclusione che la prova della violenza sessuale non è stata raggiunta. Non si vede; e non dev’essere avvenuta. Nella requisitoria, il pubblico ministero Gallego ha parlato di un pizzicotto doppio e ravvicinato che può essere stato dato sopra un giubbotto imbottito e non su un gluteo. Un contatto c’è stato, tanto è vero che la bimba si sottrae, ma in realtà non dice niente.

È la mamma, peraltro giustamente attenta e premurosa, a convincersi che quella sera fosse stata consumata una violenza da parte di una persona e a parlarne anche con i baristi.

Sempre secondo l’accusa, non c’è stato neppure uno strusciamento lascivo. Non si è trattato di un gesto repentino o rapinoso. Anzi, per la difesa è stata una semplice tenerezza.

Nell’arringa, Forlin ha premesso di credere nell’assoluta buona fede della donna, ma ha anche aggiunto che la stessa deve aver interpretato male una specie di buffetto che non aveva nulla di erotico.

L’imputato ha dapprima escluso di aver toccato un gluteo, dopo di che non è scappato, tanto è vero che le forze di polizia l’hanno ritrovato esattamente dove pensavano che fosse. Insomma, accusa e difesa sono arrivate alla stessa conclusione, cioè che l’uomo andasse assolto. Non ci sono state repliche e i giudici hanno solo dovuto scrivere la sentenza di assoluzione, ai sensi del secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale. Insufficienza di prove. —

G.S.

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