Pochi medici all'ospedale cadorino: vietato partorire di notte
BELLUNO. Mancano i medici e l’Usl 1 corre ai ripari. Come? Da lunedì il punto nascite dell'ospedale di Pieve non disporrà di un servizio di assistenza in orario notturno. La misura è stata ufficializzata ieri dal direttore generale della Usl 1 di Belluno Adriano Rasi Caldogno, che ha poi sottolineato: «La decisione è temporanea».
Nessuna intenzione di smantellare uno dei servizi principali in dotazione al nosocomio cadorino, punto di riferimento delle popolazioni di montagna sul fronte pediatrico, almeno stando alle parole del direttore generale, che spiega i motivi della limitazione: «Siamo alle prese con una drammatica carenza di personale. Abbiamo tamponato una situazione molto complessa dalla scorsa primavera fino a oggi, ma ora siamo al collasso. Purtroppo abbiamo subito una serie di uscite negli organici di Pediatria sia a Belluno che a Pieve, perdite di personale che al momento non siamo in grado di colmare con la sola rotazione dei turni. Abbiamo bisogno di nuove assunzioni e a tal proposito è stato già effettuato un nuovo concorso, testimonianza lampante che vogliamo risolvere questo problema nell'unico modo possibile e duraturo: inserendo nuovo personale nelle strutture di Belluno e Pieve».
Rasi Caldogno approfondisce la tematica della mancanza di personale partendo da lontano: «Le figure specializzate in determinati settori medici particolarmente delicati come Pediatria o Chirurgia sono divenute merce rara. Mettiamoci poi che le terre di montagna non destano troppo appeal. Si spiegano così, seppur in maniera piuttosto generica, le nostre difficoltà. Detto questo, però, siamo alla ricerca di personale in grado di assicurare un determinato standard qualitativo nelle prestazioni. Nessuno affiderebbe le cure dei propri figli a mani sbagliate e noi questo vogliamo evitarlo a priori».
Rasi Caldogno getta sul tavolo una serie di numeri utili a capire meglio la situazione in cui versa l'area pediatrica tra Belluno e Pieve: «La dotazione organica dell'unità operativa di Ostetricia e Ginecologia si è ridotta da 14 a 9 unità. Per quanto riguarda la Pediatria si è passati da 11 a 7 unità. Il personale medico ginecologo, pediatra ed ostetrico, attualmente svolge l'attività con rotazione sulle due sedi di Pieve e Belluno, ma con l'attuale dotazione di dirigenti medici nelle discipline interessate non possiamo più assicurare la copertura dei turni di servizio in entrambe le sedi ospedaliere con una organizzazione del lavoro conforme alle disposizioni di legge, con particolare riferimento alle norme relative alla durata massima dell'orario di lavoro settimanale e al riposo giornaliero».
Rasi Caldogno aggiunge le misure messe in campo, in tempi ristretti, per ovviare a tali problemi: «Per superare questa grave carenza sono in corso di espletamento le procedure per l'assunzione di almeno sei dirigenti medici, di cui quattro con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e due a tempo determinato. Il termine per la presentazione delle domande al concorso pubblico per le assunzioni a tempo indeterminato sono scaduti il 25 agosto, lunedì inizieranno le operazioni per la ricerca della composizione della commissione esaminatrice ed entro ottobre puntiamo a chiudere il cerchio. Per quanto riguarda le assunzioni a tempo determinato, si sono presentati appena tre candidati. Ritengo comunque che l'inserimento in organico di quattro figure ci permetterà già di ripristinare la piena funzionalità del punto nascite di Pieve».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi