Polemica Tissi, no comment del sindaco
VALLADA. È un “no comment” quello con cui risponde al telefono il sindaco di Vallada, Fabio Luchetta, all'indomani della bufera scatenatasi su di lui. Una bufera frutto da un lato delle dichiarazioni del presidente dell'Anpi, Giovanni Perenzin, e dell'ex sindaco di Falcade, Bepi Pellegrinon, che giovedì a Taibon, nel giorno della commemorazione del partigiano Attilio Tissi, lo hanno attaccato pesantemente.
Il primo ha riferito quello che il sindaco di Vallada gli avrebbe risposto alla domanda se Mussolini fosse un criminale: “Devo pensarci”. Il secondo ha, invece, chiesto le dimissioni di Luchetta da presidente dell'Unione montana agordina per il no dato alla richiesta dell'Anpi di commemorare Tissi a Vallada. Oltre a Perenzin e a Pellegrinon, anche il direttore dell'Isbrec, Enrico Bacchetti, aveva criticato il sindaco, invitandolo a intervenire affinché nel suo paese non prevalga la voglia di dimenticare. Per il sindaco di Vallada non deve essere stata ovviamente una bella giornata. Al telefono, tuttavia, si trincera dietro il silenzio. Non rilascia alcuna dichiarazione, fa capire di non voler partecipare a un “gioco”, non conferma né smentisce la frase incriminata su Mussolini. Spiega soltanto che le sue parole sulla vicenda si fermano a quello che ha detto ieri, di fronte alla lapide di Tissi nei pressi della chiesa di San Simon di Vallada.
In quella sede, durante le commemorazioni, Luchetta aveva ribadito la sua decisione (definendola giusta e opportuna) di dire no all'Anpi a un ricordo comune di Tissi. Una scelta che, a suo dire, era stata condivisa dalla popolazione valladese (anche se dei distinguo c'erano stati) e che comunque non metteva in dubbio l'importanza e il dovere del ricordo della figura di Attilio Tissi. Come ha rimarcato il figlio dello stesso Tissi, presente giovedì sia a Taibon che a Vallada, a pensare che i fatti relativi alla guerra partigiana siano parte del passato, ci si sbaglia. Le ferite che essi portano con sé sono ancora aperte. Assodato questo, anche alla luce di questa settimana di polemiche, si deve constatare che le modalità suggerite da più parti per affrontare la questione divergono nettamente. E in questo coro di opinioni si è avvertita più di una stonatura che non aiuta né a fare chiarezza, né a dare il giusto risalto e a tramandare quella che piaccia o no è una pagina della storia agordina. Non aiutano né le polemiche personali, né il rumore del vetro svuotato da un signore nell'apposita campana mentre a Caviola si stava facendo l'alzabandiera al monumento al partigiano.
Molti sono stati invece colpiti dalle parole del sindaco di Taibon, Silvia Tormen, che ha suggerito di guardare alle tre dimensioni della storia: quella personale, quella temporale e quella culturale. Analizzarle distintamente, avere la consapevolezza delle loro diversità di ciascuna, ricomporle è la strada che ha suggerito. La Valle del Bióis e l'Agordino saranno capaci di percorrerla?
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