Polifunzionale di Paludi, vendita in dirittura

Il sindaco: contratto con una società veronese ormai alla firma, poi l’apertura
PONTE NELLE ALPI. Il centro polifunzionale di Paludi sta per passare di mano. La proprietaria Fineco Leasing di Brescia sta per siglare un contratto di vendita alla società T.Mdue srl di San Giovanni Lupatoto, nel Veronese. A sua volta il nuovo proprietario è intenzionato a aprire le porte del centro, grazie a un accordo di programma con Comune di Ponte e Regione per la parziale riconversione della destinazione d’uso. A comunicarlo è il sindaco Fulvio De Pasqual, che non affretta comunque conclusioni.

 «Verificheremo cosa la nuova proprietà deciderà di fare. Quando avremo più informazioni a riguardo coinvolgeremo in maniera ampia la popolazione, magari con un consiglio comunale aperto».

 Tra i veronesi e gli amministratori ci sono stati finora due contatti. Un primo incontro, informale, e una lettera.


 «Nell’incontro ci hanno detto che il centro era in fase di acquisizione», spiega il sindaco De Pasqual, «mentre la lettera, di questi giorni, è stata inviata anche all’Anas perché la prima mossa che dovranno fare è lo studio della viabilità del luogo. Saranno fatti degli interventi di tipo preventivo sulla base dell’impatto previsto sulla viabilità attuale, dopo aver valutato la situazione con l’apparecchiatura conta-traffico».


 A margine della lettera la società fa riferimento anche all’accordo di programma al quale sta lavorando. Ma cosa chiederà la nuova proprietà all’amministrazione comunale e alla Regione?

 «La mossa che può fare il Comune di Ponte nelle Alpi è quella di slegare la parte commerciale da quella produttiva», risponde il sindaco, «cioé consentire la presenza di negozi non vincolati alle attività artigianali presenti».


 La Regione ha le competenze riguardo alle grandi strutture commerciali e sarà probabilmente chiamata a autorizzarne una a Paludi, anche se «la parte commerciale non potrà riguardare il settore alimentare». Queste rimangono per il momento ipotesi in attesa dell’accordo di programma che la società scaligera intende proporre.


 Sul centro di Paludi grava anche un’inchiesta promossa dalla stessa Fineco e relativa alla stabilità del colosso di cemento dai piedi d’argilla. Questo punto evidentemente non è un ostacolo per le parti attive nella compravendita.


 Così, dopo anni di vicissitudini e di polemiche attorno alla struttura a Paludi, si profila la svolta commerciale del centro e si aprono spiragli per un utilizzo della struttura, finita nel 2002 e mai aperta.

 Si tratta di un complesso da 25 mila metri quadrati di spazi e 150 metri di lunghezza sul fronte strada. La storia di quella colata di cemento variopinta comprende anche due fasi che all’epoca provocarono scandalo.

 Nel 2002 il consiglio, dopo la sollevazione del commercianti pontalpini, revocò la variante al piano regolatore che consentiva la destinazione commerciale. Si tornò quindi alla prospettiva dell’area artigianale, ma nel 2001 comparve il nome “Botteghe di Giò” e emersero una serie di informazioni che facevano intuire il ritorno a un profilo commerciale della struttura. Il cambio non ci fu e il “polifunzionale” rimase inutile e chiuso.
Argomenti:paludi

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi