Politica: in Veneto le prove del nuovo Centro
De Poli: «Rovigo e la Provincia di Treviso, laboratori elettorali trasversali»
Gianfranco Fini
VENEZIA.
Si giocano in Veneto i destini del nascente centro politico che fonda sulla trasversalità e sulla contaminazione, oltre che sugli smottamenti di Pd e Pdl, le sue speranze di vita. Auspici forse vani se sono veri i pronostici elettorali che danno la lega Nord vicina alla maggioranza assoluta in Veneto. Il crocevia del Centro passa da Mestre, Asolo e Mogliano, venerdì e sabato. Attori in scena: Cacciari e Sacconi a Mestre; Casini a Mogliano; Maroni, Pisanu, Violante, Fini e D'Alema ad Asolo.
Tutti hanno ben chiaro, qualunque sia il tema, che sullo sfondo campeggiano la «Questione settentrionale» e il federalismo che hanno un interprete politico imbattibile, la Lega appunto. Ma la volontà è di minare questo monopolio armandosi proprio di contaminazione e trasversalità. Dove «contaminazione e trasversalità stanno per confronto e possibili alleanze sia a destra che a sinistra», conferma Antonio De Poli «a Mogliano ci saranno sorprese anche dal Pdl, perché verso il centro guardano anche da lì, oltre che da Verso Nord, dal Pne, dall'Api, dal Fli e ovviamente dal Pd».
I laboratori sono già definiti: «La Provincia di Treviso (dove si vorrebbe in corsa Maria Gomierato, ex sindaco di Castelfranco, ndr) e il Comune di Rovigo, che andranno a rinnovo a primavera», insiste De Poli. A Mogliano, Casini sarà sabato a villa Braida, alle 9, per costruire il «partito della nazione» partendo da un provocatorio e antileghista «ricostruiamo il Veneto».
Massimo Cacciari, invece, darà voce e volto a Verso Nord, confrontandosi venerdì alle 18 al cinema Excelsior di Mestre con Maurizio Saqcconi, ministro del welfare su «Un nuovo polo per le riforme». Sacconi infatti da Cortina qualche settimana fa aveva invitato i riformisti a «trovare una casa comune». Musica per le orecchie di Cacciari, impegnato a demolire con la mazza la sua penultima creatura, il Pd. Cacciari, se mai accetterà la candidatura a sindaco di Milano, come auspicano Alessio Vianello e Diego Bottacin, potrebbe veramente dare a Verso Nord la visibilità nazionale che in questo momento manca per spiccare il volo. Anche perché Franco Miracco, portavoce del ministro Giancarlo Galan, finora ha rappresentato solo se stesso e dal Pdl non si è ancora fatto vivo nessuno, a meno che non si voglia contare tra gli azzurri Mario Bertolissi, più libero pensatore laico che militante intruppato.
Ad Asolo, invece, il nord politico, sarà la trasversalità, che questa volta coinvolge anche la Lega nella persona del ministro Roberto Maroni, oltre ai «padroni di casa» Gianfranco Fini e Massimo D'Alema, presidenti di Farefuturo e Italianieuropei, sul tema «La legalità del cittadino, la legalità delle istituzioni». Tutte le sessioni si terranno al teatro Duse, cominciando venerdì alle 9. Attori principali, al mattino, Giuliano Amato, al pomeriggio Roberto Maroni, con Lucia Annunziata. Sabato si comincia con Pietro Grasso, intervistato da Fiorenza Sarzanini, si continua con il confronto fra Beppe Pisanu e Luciano Violante e si finisce con l'intervista pubblica di Mario Orfeo a Massimo D'Alema e Giancarlo Fini.
Siamo al terzo appuntamento dei Dialoghi asolani, e se qualcuno si illude che questo precluda ad alleanze, prende appunto un facile abbaglio, ma c'è anche chi giura che i semi della crisi Fini-Berlusconi sia germogliata proprio ad Asolo negli anni scorsi, perché se c'è una cosa che conduce alla contaminazione culturale e politica, quella è proprio il dialogo fra diversi.
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