Polizia in campo: «Nessuna colpa»

La famiglia veneziana Tramontin si dice fuori dalla baruffa alla partita di calcio

BELLUNO. La famiglia Tramontin si chiama fuori. Nel tardo pomeriggio di sabato 13, al Camp del Nogher, sono arrivati carabinieri, polizia e vigili urbani, alla fine della partita di calcio del campionato Juniores Elite tra Cavarzano e Favaro Veneto. Gli agenti hanno sentito alcune persone, a proposito di quanto accaduto durante e dopo l’incontro, compresa una ragazza che in un parapiglia è finita contro il muro del bar. La giovane donna non ha presentato denuncia.

Le altre certezze sono che in campo è finita 1-1, che il giocatore veneziano Brian Tramontin è stato squalificato per due giornate dal giudice sportivo «per un gesto provocatorio nei confronti del pubblico» e che la società Favaro Veneto ha chiamato il presidente bellunese Claudio Sella, per scusarsi. Quest’ultimo vigilerà sulla condotta dei propri tifosi. Il padre del ragazzo, Mario Tramontin era stato indicato dalla testimone, che ha chiamato le forze di polizia, come colui che aveva innescato la baruffa. L’avvocato Righetti del foro di Venezia spiega che «il signor Tramontin insieme alla moglie Francesca Bassi si reca al bar prima della fine della partita, proprio per evitare eventuali tafferugli. Lì il padre di un altro giocatore difendendosi dalle spinte di un dirigente della squadra avversaria avrebbe perso l’equilibrio e sarebbe finito addosso alla ragazza. Tale signore prima di andare via avrebbe anche fatto le sue scuse alla ragazza rimasta coinvolta suo malgrado. Nessun coinvolgimento di Mario Tramontin».

L’espulsione di Brian Tramontin? «Il calcio di rigore veniva fischiato per un fallo di mano del difensore centrale Fontanella e non per colpa di Tramontin, che non ha calpestato nessuna mano a nessun giocatore avversario. Brian Tramontin era infatti estraneo all’azione da cui è scaturito il rigore, trovandosi in quel momento dall’altro lato del campo. Tramontin veniva espulso poco dopo per aver calciato il pallone in tribuna e nella rimessa in gioco aver erroneamente preso l’arbitro in testa, fatto per il quale ha immediatamente chiesto scusa. L’arbitro pensava che Tramontin stesse rispondendo alle offese dei tifosi avversari, cosa non vera, perché stava parlando con i suoi stessi tifosi».

Quando sono cominciati i tafferugli? «Non in occasione della mancata realizzazione del rigore da parte di Roccon. I tifosi di casa già dal 3’ del primo tempo hanno iniziato a urlare insulti a tifosi e giocatori ospiti. Ciò ha comportato che gli animi si scaldassero da ambo le parti».

Gigi Sosso

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