Polizia postale, a Belluno l’ufficio verso la chiusura

Allarme del sindacato, preoccupato per la sicurezza degli utenti e il personale «Si rischia l’accorpamento con Treviso, in autunno, usati criteri illogici»
BELLUNO. Treviso è salva, Belluno no. Continua ad essere a forte rischio chiusura l’ufficio della Polizia Postale del capoluogo. Non sono uscite buone nuove dall’incontro che c’è stato giovedì a Roma tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e le organizzazioni sindacali di categoria: è stata infatti confermata l’intenzione di chiudere la sezione bellunese, che ha sede in via Vittorio Veneto. Stessa sorte per Rovigo e Vicenza, come denuncia il Sap, sindacato autonomo di Polizia.


In Veneto si salva invece Treviso, cui la sezione di Belluno potrebbe essere accorpata. Il futuro della Postale, infatti, «non è chiaro», continua la segreteria provinciale del Sap. «Incomprensibili e illogici appaiono i criteri utilizzati per individuare gli uffici che resisteranno a questo primo taglio ovvero la presenza delle Direzioni Distrettuali, la territorialità, esigenze specifiche, e l’indicazione del partner “Poste Italiane”. Criteri per i quali continuiamo a non avere risposte chiare, logiche e sostenibili se pensiamo ad esempio che Bergamo con due operatori in organico rimane aperta e Belluno con nove chiude. L’unica motivazione pare essere quella che in questo modo si procederà ad una chiusura degli uffici con un percorso graduale».


Nell’incontro al Ministero di giovedì è emerso che il personale delle sezioni di Polizia Postale che saranno chiuse potrà essere assegnato a quelle che invece rimarranno aperte, oppure entrare in servizio nella sezione reati informatici che dovrebbe essere istituita all’interno della Squadra Mobile della Questura. Per lo meno questa sarebbe l’intenzione. «Questo dunque il probabile futuro per i nove operatori (tredici nel 2010) della Postale di via Vittorio Veneto», continua il Sap.


«Trasferimento a Treviso o impiego, non chiaro per quanti, presso la nuova sezione della Squadra Mobile. Rimane tra l’altro da capire dove tale sezione troverebbe materialmente collocazione, considerato che non si è trovato spazio nemmeno per la Digos, trasferitasi a maggio all’ex caserma Tasso dopo lo sfratto da via Volontari della Libertà».


La soppressione degli uffici della Postale avverrà non prima dell’autunno ed è anche per questa ragione che il sindacato lancia l’allarme: «Auspichiamo una revisione del provvedimento, così come avvenuto nel recente passato per la scellerata ipotesi di accorpamento della Questura di Belluno con quella di Treviso», conclude la segreteria provinciale.


«Invitiamo ancora una volta tutte le autorità politiche ed istituzioni locali ad intervenire prima che sia veramente troppo tardi, nell’interesse dei cittadini e della sicurezza. Spiace registrare che ad oggi, a differenza del senatore Piccoli e del consigliere regionale Gidoni, non risulta pervenuto il sindaco Massaro, al quale avevamo scritto una lettera aperta venti giorni fa. E chissà», conclude il Sap, «che non ci sorprenda l’onorevole De Menech, che sino ad ora non ha mai risposto ai nostri appelli, anche su altre questioni».


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