Poloni, dimissioni irrevocabili. Il Tib: «Cambiate le carte in tavola»

BELLUNO. Non intende fare un passo indietro il presidente della Fondazione Teatri, Renzo Poloni rispetto alle sue dimissioni che sembrano quindi irrevocabili. L'ente culturale, quindi, rimarrà ancora...

BELLUNO. Non intende fare un passo indietro il presidente della Fondazione Teatri, Renzo Poloni rispetto alle sue dimissioni che sembrano quindi irrevocabili. L'ente culturale, quindi, rimarrà ancora una volta senza guida. È successo spesso negli ultimi anni dove si sono succeduti quattro presidenti: da Zaccone a Neri da Comar fino a Poloni. Cosa succederà quindi della stagione teatrale non si sa. Tirato in causa, per l’ennesima volta, il presidente di Tib, Labros Mangheras non ci sta a prendersi la responsabilità delle dimissioni di Poloni. «È necessario fare chiarezza», precisa sottolineando che «non abbiamo nulla di personale contro Poloni e nulla contro l'assessore alla cultura. Noi chiediamo regole, criteri e parametri, all'insegna della trasparenza.L'agosto scorso, il comune e la Fondazione hanno pubblicato una manifestazione di interesse per la residenza teatrale che non prevedeva punteggi, ma l'esperienza nella gestione e nella produzione teatrale. Noi abbiamo presentato il nostro progetto e il nostro curriculum. L'amministrazione ha fatto una valutazione di vari soggetti e sono usciti i tre nomi che conosciamo. Ad ottobre la Fondazione Teatri ci chiede di fornire i servizi al teatro comunale fino alle celebrazioni del San Martino e da qui poi ci ha richiesto di continuare promettendoci che all'interno della residenza la gestione tecnica sarebbe stata nostra. Poi in un incontro con Poloni, la consigliera De Biasi per l'assessore Alpago Novello, Boito e Valerio della Fondazione Teatro stabile di Verona abbiamo convenuto che si potesse stare tutti all'interno del teatro in armonia e trasparenza: il Tib avrebbe potuto fare i servizi tecnici, il Circolo Cultura e Stampa la sua stagione a cui ci saremmo uniti anche noi. Eravamo d'accordo. Infine il 28 gennaio c'è stata un'ulteriore riunione chiesta da noi con l'assessore e il sindaco in cui si è ribadito quanto dichiarato in tutti gli incontri precedenti. A fine maggio, però, tutto cambia e in una riunione veniamo a sapere da Poloni e dall'assessore che la Fondazione gestirà i servizi da sola utilizzando il nostro personale. Ma questo evidenzia che c’è qualcosa che non va. Spiace constatare che la politica sta entrando a gamba tesa nel teatro. Pare di tornare alle solite querelle: passiamo per quelli che vogliono tutto, ma chiediamo solo regole. È sbagliato questo?».

A spazzare una lancia a favore di Poloni, è Diego Mattiello, ex consulente della Fondazione e sul quale molte erano state le polemiche alzate proprio dal Tib. «Belluno con Poloni perde una persona preparata e disponibile, una persona stimata e apprezzata di tutti. La sua uscita di scena metterà in discussione tante cose. Speriamo almeno che serva a far traghettare la Fondazione in una completa autonomia perché è l'unico l'unico strumento di gestione dei teatri, e necessario per recuperare soci e sponsor, visto che nessun Comune ha le capacità economiche e finanziarie di mantenere un teatro e gestirlo. A differenza di tutti gli altri teatri, mi dispiace constatare che fino ad oggi quello di Belluno non ha elaborato alcuna proposta culturale, ma semplicemente è uno spazio dato in concessione a chi lo richiede».

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