Polveriera, dopo un anno la situazione è bloccata

FELTRE. È passato un anno dal sopralluogo alla polveriera di Cart tra comando militare e amministrazione, che sembrava definire il passaggio dell'intero ex complesso militare sotto la responsabilità del Comune. Ma da allora nulla si è più mosso.
Lo stallo è legato alla richiesta dell'amministrazione di avere una certificazione ambientale ufficiale dal Demanio. L'Ufficio patrimonio e il consigliere comunale delegato Cesare Campigotto ci stanno lavorando e i contatti sono continui. La partita della polveriera, dunque, sta giocando i tempi supplementari, che non dovrebbero riservare sorprese, ma confermano quanto i meccanismi della burocrazia siano farraginosi. Sulla destinazione di un'area così vasta pesano poi impegni economici tutti da definire, però questo è un altro discorso ed è prematuro parlarne, perché per adesso non si può nemmeno sostenere che il complesso sia di proprietà comunale.
I tempi sono incerti. Non si sa quanto ci vorrà per chiudere il passaggio, ma i canali di contatto sono aperti: «Non siamo fermi, la situazione è molto viva, perché l'area ci sta a cuore», dice il consigliere delegato al patrimonio Campigotto. La questione è legata a una garanzia sullo stato dei luoghi. Un anno fa, prima del sopralluogo, la preoccupazione principale riguardava l'amianto, ma la presa in visione del sito a settembre 2014 ha evidenziato come le strutture siano in laterizio e calcestruzzo e i tetti coperti in lamiera. Sgomberato il campo da qualsiasi tipo di dubbio in tal senso, resta il fatto che un ambiente adibito a deposito munizioni necessiti di certificazioni sulla bonifica del territorio. E il Comune ha chiesto rassicurazioni al Demanio. «Non è una cosa fuori dal comune», precisa Cesare Campigotto. «Ci vogliono elementi che ci proteggano da sorprese, stante l'uso militare che è stato fatto dell'area; finché non ci viene data questa certificazione ufficiale, noi non possiamo muoverci».
La polveriera occupa un’area di circa 25 ettari, con una quindicina di “casematte” (i locali destinati a contenitori per le munizioni), una serie di “garitte” (le torrette di vedetta), ma anche una bella villa, che pur essendo fuori dalla recinzione si trova dopo il punto di accesso, con la sbarra che delimita l'ingresso in zona militare. «Pensavamo che fosse un iter più semplice e lineare, sembrava che fosse questione di qualche passaggio di carte, invece è già passato un anno», aggiunge il consigliere. «Ci siamo trovati anche un mese fa con l'Agenzia del Demanio, che è molto ben disposta nell'operare per venire a capo di questa situazione. Poi, dobbiamo decidere noi se vogliamo prenderci in carico quest'area e mi sembra scontato che la risposta sia sì. È un traguardo importante per il territorio».
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