Pomarè: dal villaggio Eni al Miramonti tra politici, attori e tanti Vip
«Mi ricordo che a Ferragosto 2005, durante una conversazione, attorniato da amici e clienti, Francesco Cossiga disse che l’anno successivo sarebbe stato eletto a Presidente della Repubblica Giuliano Amato. Quando lo riferii all’interessato, questi sorrise e mi disse che a Cossiga piaceva scherzare; infatti fu eletto Giorgio Napolitano».
Memorie di un direttore d’albergo, Carlo Pomarè di Campolongo di Cadore, classe 1952 che, nelle stanze del Villaggio Eni di Borca, prima, e del Miramonti Majestic di Cortina, poi, ha visto passare mezza Italia che conta, e forse di più. «Non ho cambiato molti posti di lavoro», ricorda, «perché ho sempre preferito crescere internamente, avendo avuto la fortuna di iniziare proprio a Borca subito dopo aver fatto l’alpino. E poi avevo famiglia e volevo che le mie figlie crescessero nella nostra terra, in Cadore».
Pochi posti, ma buoni, vien da dire. Carlo Pomarè si diploma nel 1970 come “Addetto alla segreteria ed amministrazione d’albergo” all’Alberghiero di Recoaro Terme (VI). Mentre svolge il servizio militare negli alpini a Tai, qualche mese dopo, incontra in pullman un compagno della stessa scuola, che stava predisponendo l’organico del reparto ricevimento per la stagione invernale 1973-74 dell’albergo Boite, del villaggio allora denominato Eni e Agip, il Centro Vacanze di Borca di Cadore. «Segno del destino, da lì ho iniziato, ma non è stato poi semplice arrivare alla direzione, crescendo professionalmente nello stesso luogo di lavoro; ho rinunciato ad alcune proposte allettanti proprio perché il mio obiettivo principale era di far vivere la mia famiglia possibilmente nel mio habitat naturale, in Cadore. A 30 anni, dopo 8 di “gavetta’, divenni vice-direttore. Dopo altri dieci direttore».
Lì sposa la collega di lavoro Assunta, nella chiesa “Nostra Signora del Cadore” di Corte di Cadore; lì contribuisce al successo di tanti eventi. «A Borca ho vissuto molti rinnovamenti organizzativi nella formula di gestione, che hanno contribuito positivamente alla mia crescita professionale: dal turismo sociale, alla formula villaggio, alberghiera e residence. Poi al Miramonti ho seguito la gestione tradizionale, congressuale e gli eventi culturali».
A Borca conosce, nel periodo natalizio 1973/74, Giancarlo Magalli, noto conduttore televisivo, «un’energia e una capacità straordinarie». Ma anche il più giovane Paolo Ruffini, attore e conduttore televisivo, «che iniziò come animatore nell’estate 1994 al Villaggio Eni di Borca di Cadore, dove la sua famiglia livornese veniva da anni in vacanza».
Nel 2002 l’arrivo al Miramonti. «Un altro piacevole caso del destino», commenta, «perché il proprietario Efrem Erasmo Zanchetta, titolare della Geturhotels, a cui avevo inviato il curriculum, rimase colpito positivamente dal fatto che avevo lavorato a Borca, luogo in cui trascorreva le vacanze. Ringrazio lui e la figlia Martina per l’opportunità che mi hanno dato in circa 13 anni di collaborazione».
Un hotel, il Miramonti, che dal 1900 ha fatto la storia di Cortina, ospitando attori, ministri e teste coronate; facendo da sfondo a film come quello dell’agente 007 James Bond in “Solo per i tuoi occhi”, con Roger Moore; ispirando amori come quello fra Indro Montanelli e la Regina d’Italia Maria Josè, raccontato poi da Gianni Granzotto.
Sono centinaia le fotografie che ritraggono Carlo Pomarè con divi della tv, giornalisti, attrici di rara bellezza, scrittori e scrittrici. Si parte da Enrico Mentana, direttore del “TG LA7” , «personaggio che stimo moltissimo oltre che per la sua nota professionalità anche per il lato umano»; poi Amanda Lear, «l’unica che si è lamentato perché la stanza era troppo spaziosa... Le avevo riservato una junior suite ma ho dovuto cambiarla». E ancora Miss Italia Anna Kanakis, Bruno Vespa, Catherine Spaak, Gigi Marzullo («pochi sanno che è anche medico»), Vittorio Feltri («personaggio spigoloso, ma grande “penna”, mi ricordo che scriveva i suoi articoli con la macchina per scrivere e mi lasciò le copie dattiloscritte che inviava al giornale che allora dirigeva»), Francesco Cossiga, Giampaolo Pansa («lo vidi parlottare con Maurizio Belpietro, ma mai avrei pensato che sarebbe andato a scrivere per “Libero”, viste le diverse idee politiche»), Marina e Carlo Ripa di Meana («grande signorilità»). Poi al Bellevue ha collaborato con lo chef Gianfranco Vissani, due stelle Michelin. «Ho avuto con lui delle vivaci discussioni professionali, a causa del contenimento dei costi. Ma siamo rimasti in buoni rapporti e ogni tanto ci sentiamo telefonicamente».
Ma fra tutti, quelli che ricorda per primi sono i genitori, Mario Pomarè e Sara De Zolt: «A loro devo tutto: mi hanno indirizzato nella scelta della Scuola Alberghiera nel 1967». —
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