Pompanin va a processo per omicidio colposo

Accolta la richiesta a carico del presidente dell’Ista: si va in aula dal 25 novembre Tre le omissioni che gli si contestano in merito alla sicurezza della pista Canalone
Di Irene Aliprandi

CORTINA. Inizierà il 25 novembre il processo che dovrà accertare le responsabilità nella morte di un piccolo sciatore mestrino, Andrea Rossato, che il 5 marzo 2011, all’età di nove anni, perse la vita lungo la pista Canalone della Tofana a Cortina. Ieri il giudice per le udienze preliminari ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio di Luigi Pompanin, classe 1945, presidente della Ista spa, società che gestisce gli impianti di risalita sulla pista di Cortina, dove è avvenuto l’incidente mortale di due anni fa. Insieme a Pompanin andrà a processo anche Giuseppe Bisotto, un ingegnere del 1965 di Venezia, considerato l’accompagnatore del piccolo Andrea.

Il capo di imputazione, per entrambi è di omicidio colposo, ma le posizioni dei due imputati sono diverse.

Pompanin, assistito dall’avvocato Paolo Ghezze, viene accusato dal pm di tre omissioni. La prima è quella di non aver installato adeguate protezioni attorno alle piante presenti a bordo pista, perché la vittima sarebbe morta a causa dello schianto contro un albero. In secondo luogo Pompanin è accusato di non aver chiuso e messo in sicurezza quel tratto di pista, nonostante poche settimane prima, proprio in quel ponto, fosse rimasto seriamente ferito un altro bambino di 11 anni. Infine il presidente della Ista spa non avrebbe apposto nella zona i cartelli necessari per segnalare la pericolosità di quella discesa.

Nei confronti dell’altro imputato, Giuseppe Bisotto, assistito dall’avvocato Renzo Fogliata del foro di Padova, la procura della Repubblica del tribunale di Belluno contesta l’omessa vigilanza del bambino, ovvero di non avergli impedito di scendere da solo lungo quella pista e non averlo informato della pericolosità della discesa.

Andrea Rossato faceva parte dello sci club Nottoli di Vittorio Veneto e quel giorno era a Cortina per partecipare a una gara. La squadra dei giovani atleti di Vittorio Veneto era accompagnata, tra gli altri, da Bisotto.

Il piccolo atleta aveva da poco concluso la sua sfida piazzandosi al quarto posto e stava rientrando alla base, lungo la pista Canalone della Tofana. Andrea era solo, perché i due adulti e i tre bambini che lo precedevano si trovavano già parecchio più avanti. Furono proprio loro a lanciare l’allarme, dopo aver atteso invano il ragazzino a valle.

Il corpo di Andrea Rossato fu trovato diverso tempo dopo, ai piedi di un albero contro il quale il bambino si sarebbe schiantato dopo averne evitati altri presenti a bordo pista.

Tutti i fatti però vanno accertati, perché non risultano ancora del tutto chiari: dalla dinamica dell’incidente alle condizioni di sicurezza della pista dove è avvenuto l’incidente e proprio per questo motivo si è arrivati al rinvio a giudizio deciso ieri.

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