“Pongo” e Ash” hanno un volto

Le immagini delle telecamere dietro al palasport hanno immortalato i writer nella notte tra il 2 e il 3 gennaio

BELLUNO. “Pongo” e “Ash” hanno un volto e presto avranno anche un nome. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza disseminate in tutta la città mostrano due ragazzi intenti a “firmare” con le bombolette i muri. Ma hanno le ore contate anche gli autori delle tag “Iraq”, “Morto” e della scritta “Fuoco”.

L'indagine portata avanti dalla polizia locale ha dato i suoi frutti. Presto gli autori degli imbrattamenti saranno presi. Per loro sono già pronte le sanzioni (anche pesanti, fino a 600 euro). In caso di minorenni saranno chiamati i genitori. Confessare prima di essere chiamati al comando dei vigili, in questo caso, ha solo dei vantaggi: «Lo scopo che abbiamo come amministrazione non è solo quello di punire, ma di educare», puntualizza il sindaco Massaro. «È giusto sanzionare chi imbratta la città con queste scritte, anche perché la gente non ne può più, ma è anche fondamentale far capire loro la gravità dei gesti compiuti, perché spesso non ne hanno la consapevolezza».

Il sindaco è orgoglioso per l'operazione che i suoi vigili stanno portando avanti. Visionare tutte le immagini delle oltre trenta telecamere presenti in città richiede tempo e pazienza, ma l'analisi è servita. «L'indagine è scattata a seguito di una segnalazione fatta da una residente in via Sottocastello», spiega il comandante della polizia locale Gustavo Dalla Ca'. La signora ha inviato una mail con l'immagine della scritta “Fuoco”. «È stata fatta la notte fra il 30 e il 31 dicembre», continua Dalla Ca'. Il racconto di quella notte è impresso nei fotogrammi raccolti dalle telecamere. «Un gruppo di sei persone, quattro ragazzi e due ragazze, è sceso da piazza dei Martiri in via Sottocastello alle 1.08 del 31 dicembre, per risalire alle 2.02. Due persone si sono dirette verso piazza Duomo, altre due verso il Teatro Comunale. Si sono fermate sotto i portici in via Roma, probabilmente per acquistare le sigarette al distributore automatico. Poi si sono divisi. Uno si è diretto verso piazza delle Erbe e quindi via Mezzaterra».

Il racconto, dettagliato, serve per indicare come grazie alle telecamere sia possibile seguire ogni spostamento di una persona sotto indagine. «Abbiamo fotogrammi precisi», assicura Dalla Ca'. Il cerchio si sta dunque stringendo attorno agli autori della scritta “Fuoco”. Hanno un volto anche i writer che hanno riempito la città con le tag “Pongo” e “Ash”. Nella notte fra il 2 e il 3 gennaio le telecamere poste dietro al palasport li hanno ripresi a imbrattare il muro di una casa alle 22, una cabina dell'Enel alle 22.04, pochi minuti dopo il muro sotto la passerella di ferro. I ragazzi hanno riempito di tag anche i cartelli stradali nella zona di Mier. La polizia locale sta ricostruendo i loro movimenti ed è vicina a sapere come si chiamino. «Di molti altri writer abbiamo parecchi elementi in mano che ci porteranno ad identificarli», aggiunge Dalla Ca', senza sbilanciarsi ulteriormente perché l'indagine è in corso.

«Vogliamo combattere questa piaga degli imbrattamenti», conclude Massaro. «Negli ultimi mesi abbiamo posizionato le fototrappole nelle zone sensibili, fatto cancellare alcuni disegni volgari e ripulito alcuni palazzi. Ma le scritte continuano». Per questo è stata avviata l'indagine, che ha permesso di dare un volto (e presto anche un nome) a chi si diverte a lasciare la sua firma sulle vetrine dei negozi, le pensiline alle fermate dell'autobus, i cartelli stradali, i muri dei palazzi.

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