Ponte Bailey prorogato ma solo per un altro anno
BELLUNO. Il ponte Bailey rimarrà al suo posto fino alla fine dell’anno. E poi? Per la prima volta è stato rinnovato per un solo anno il contratto di affitto dei terreni fra il Comune e la società che ne è proprietaria (si tratta delle scarpate adiacenti alla strada che conduce al ponte). E nella determina firmata dal dirigente venerdì scorso è scritto che “non è possibile un ulteriore rinnovo del contratto” siglato nel 2014 e scaduto a fine dicembre 2017. La giunta comunale, però, nell’estate 2015 aveva confermato l’esigenza di mantenere in uso il ponte Bailey fino alla fine del 2018, ed ecco spiegato il rinnovo. Ma solo per un anno.
Una soluzione va trovata, nei prossimi undici mesi, perché il ponte Bailey ha dimostrato in svariate occasioni la sua importanza: è bastato chiuderlo per due giorni per lavori di asfaltatura, per esempio, per mandare il tilt il traffico in tutta la città. Il Comune da tempo sta cercando una soluzione per costruire un ponte definitivo, ma gli ostacoli non mancano: «Stiamo continuando a dialogare con la Regione Veneto per verificare la possibilità di farci finanziare almeno in parte l’opera», spiega il sindaco Massaro. «Ma da Venezia ci dicono che fino al 2019 avranno difficoltà a finanziare opere pubbliche, per quanto strategiche». E poi c’è il Genio Civile, «che deve darci le autorizzazioni per realizzare un ponte». Difficoltà che si sommano a difficoltà.
Ma Belluno può fare a meno del ponte sul Piave a Lambioi? Il Comune sta verificando tutte le alternative possibili. Sta esaminando la viabilità della zona, le strade che oggi sono chiuse, quelle che vengono usate solo a senso unico. È vero che è stato aperto il traforo del Col Cavalier, ma è altrettanto vero che tutti i residenti nel Castionese e sul Colle del Nevegal usano il Bailey per raggiungere il parcheggio di Lambioi e il centro città. E lo stesso fanno (tutt’ora) gli abitanti di Visome.
In campagna elettorale Massaro aveva promesso che il Bailey sarebbe stato sostituito con un ponte definitivo e che il Comune era pronto ad accendere un mutuo per pagare l’infrastruttura. C’è però da risolvere un nodo di natura finanziaria: con le attuali normative i mutui non costituiscono un’entrata ai fini del Patto di stabilità. Il Comune, di fatto, non può spendere i soldi dati dalle banche. «Ma il problema si sta risolvendo», spiega Massaro. «C’è un accordo fra lo Stato e l’Anci, in base al quale potrebbe essere possibile utilizzare le risorse provenienti da un mutuo come entrata per finanziare opere strategiche».
Il Comune si augura infine che cambino le norme sulle progettazioni: oggi non si può fare un progetto definitivo se non c’è la copertura economica per fare l’intervento. Tradotto: non c’è ancora un progetto per il nuovo ponte sul Piave, perché non ci sono i soldi per costruirlo. Ma anche in questo caso si sta affrontando il tema a livello nazionale e qualcosa potrebbe cambiare.
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