Ponte di Bribano la pazienza è finita
SEDICO. «Stufi, delusi e arrabbiati». Giovanni Piccoli e Ennio Vigne, i sindaci di Sedico e Santa Giustina, non ce la fanno più. I lavori per l’allargamento del ponte di Bribano non sono ancora iniziati, e loro dicono «Basta a questa continua presa in giro. Diamo ancora una settimana di tempo all’impresa per iniziare i lavori, poi faremo qualcosa di eclatante». Cosa non si sa, ma molti ricorderanno che il 16 giugno 2011 il ponte fu occupato, per protesta, da amministratori e cittadini. «Lunedì con Piccoli faremo il punto della situazione», afferma Vigne, «e vedremo come agire. Ci sentiamo presi in giro. Nella riunione in Prefettura il 12 luglio ci era stato assicurato che tutto era risolto. Perché i lavori non iniziano?».
Proprio nel corso di quella riunione, Anas e impresa avevano presentato un cronoprogramma che prevedeva che il cantiere diventasse operativo in agosto, e che l’intervento si concludesse all’inizio dell’estate 2013. «Siamo a settembre e non si muove nulla. È inaccettabile», tuona Vigne.
Giovanni Piccoli usa parole ancora più pesanti, e nei confronti di tutti. «Siamo stufi, delusi e arrabbiati», inizia. «La politica ha fatto tutto quello che doveva: forse se avessero dato i soldi ai Comuni, a quest’ora l’opera sarebbe già stata ultimata». Dopo la prima, arriva la seconda bordata, rivolta all’impresa che ha vinto l’appalto: «Se non si è in grado di fare certi lavori, bisogna rimanere a casa», sbotta il sindaco di Sedico. «Ci siamo rotti le scatole di questa infinita serie di lungaggini, non vogliamo essere complici di questa situazione. Il cantiere deve iniziare subito. Non mi interessa che agosto sia un mese di ferie, aspettiamo da troppi anni questo intervento, bisognava velocizzare le pratiche!».
La rabbia dei sindaci è comprensibile se si va un po’ indietro negli anni per ricostruire l’iter dell’intervento di allargamento del ponte. Se ne iniziò a parlare il 15 luglio del 2004, quando i Comuni di Sedico e Santa Giustina danno allo studio Zollet l’incarico di redigere uno studio preliminare sul ponte. Tra pareri che tardano ad arrivare, richieste di modifiche, polemiche per la pista ciclopedonale troppo stretta (poi modificata fino agli attuale 2 metri) e lungaggini burocratiche, si arriva al bando per l’appalto, pubblicato nel dicembre del 2009.
Le buste vengono aperte il 24 febbraio 2010, e si dice che i lavori inizieranno in giugno. Ma l’odissea è solo all’inizio. La verifica sulle offerte presentate dura oltre sei mesi, e i lavori vengono consegnati all’impresa vincitrice il 1° settembre. In mezzo c’è l’occupazione del ponte da parte di abitanti e amministratori, il 16 giugno, per chiedere di velocizzare i tempi.
Poi inizia la seconda odissea, quella per la bonifica bellica. Avviata all’inizio di quest’anno, modificata in corso perché la presenza di numerosi metalli sul greto del torrente falsava i risultati, poi tutto fermo. In aprile l’Anas ammette: «Siamo in ritardo». La rabbia degli amministratori monta sempre più, e si interessa anche il Prefetto, che a metà luglio convoca Anas e impresa per avere lumi. Il nuovo cronoprogramma, nel quale si stabilisce che il ponte rimarrà aperto, a senso unico, durante i lavori, promette che il cantiere si avvierà in agosto. Ma siamo in settembre, e nulla si è mosso. Le reti arancioni che delimitano il cantiere raccontano di un intervento prossimo, i mezzi sono parcheggiati vicino al greto del Cordevole, ma i sindaci chiedono con forza che si mettano in moto. «Adesso basta, la nostra pazienza è finita», concludono Piccoli e Vigne.
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