Ponte nelle Alpi. Le ciliegie di Losego e Quantin in tutto il mondo con la Bocon

L’azienda di trasformazione trevigiana è stara definita ieri da Zaia «un modello» ed è ora in cerca di nuovi terreni in zona per estendere e ampliare le coltivazioni
Allegranzi Pieve di Soligo Stablilimento Bocon
Allegranzi Pieve di Soligo Stablilimento Bocon

PONTE NELLE ALPI. Bastano 5 ciliegie di quelle coltivate tra Losego e Quantin per fare un etto del prelibato frutto. «Mai vista una produzione così di qualità», ammette Luca Ricci, che è alla caccia di nuovi terreni da coltivare lungo la salita al Nevegal. Ricci conduce, a Pieve di Soligo, l’industria alimentare “Bocon” che ieri ha ricevuto la visita del presidente Luca Zaia. E sia lui che la moglie Donatella e i figli hanno esaltato le performances di un territorio come quello che dà sul lago di Santa Croce, dove hanno pure acquistato degli immobili. Gnocchi di cavolfiore? O, a vostra discrezione, di cavolfiore nero “saltati” con le acciughe.

E perché gli gnocchi al cioccolato? Queste e tante altre sorprese – addirittura 90 i piatti confezionati – ha trovato Zaia negli stabilimenti trevigiani di trasformazione dei prodotti bellunesi, dove ha commentato: «Questo è un modello per l’agricoltura di montagna e la trasformazione dei prodotti».

Allegranzi Pieve di Soligo Stablilimento Bocon
Allegranzi Pieve di Soligo Stablilimento Bocon


«Anche per quanto riguarda i vigneti», ha aggiunto Ricci, confermando che proprio vicino alle sue coltivazioni sul Nevegal si sta espandendo la vite. Un’azienda – la Bocon – di prelibatezze alimentari a km0, eppure esportate in tutto il mondo, che ieri è stata visitata dal governatore Zaia. Una realtà del surgelato che Luca e Donatella Ricci, con i loro tre figli, stanno consolidando con altri 16 milioni di nuovi investimenti. Già oggi l’azienda produce oltre 30 milioni di fatturato e conta sull’apporto di 130 collaboratori. L’80% della produzione va all’estero, soprattutto negli Stati Uniti. «Fin dall’inizio, la linea-guida di Luca e Donatella è sempre stata quella di portare sulla tavola dei consumatori piatti preparati con ingredienti selezionati, di qualità e a chilometro zero, basati su ricette tradizionali», riconosce Zaia, dopo aver ascoltato la storia del titolare e di chi ha condiviso, più da vicino, la sua avvenura. Sono proprio loro – lei in particolare Donatella – a sperimentare le ricette.

«Se questi piatti non piacciono a noi», dice lui, «da qui non escono». Patate, spinaci e radicchio: questa la materia prima che producono in proprio. «E da qui siamo partiti», racconta Luca , «per esplorare nuovi ingredienti e combinazioni, creando prodotti che soddisfano sia i consumatori onnivori e sia i vegetariani e i vegani, in una festa di sapori».

Da Bocon trovi il “gratin di broccoli”, cioè cavolfiori e broccoli romaneschi gratinati con morbida besciamella e delicata mozzarella. Oppure il frico friulano, a base di patate e formaggio Montasio. I canederli sudtirolesi vanno a ruba, ma anche un saporito cous cous vegetariano o l’insalata di quinoa. Leggerissime le pizzette, con tutti i possibili ingredienti. Il miglior Merlot dell’anno, premiato a Trento, è il loro. E in faccia alle colline Unesco, come potrebbero i Ricci non coltivare il prosecco?

Ben 2 milioni di bottiglie. Più di 35 gli ettari destinati al cavolfiore e una decina quelli a ciliegio. «Abbiamo fondato quest’azienda nel 1987, dopo che qualche anno prima avevo concluso il Cerletti a Conegliano», riferisce Luca. Il fatturato l’anno scorso era cresciuto del 44%, quest’anno aumenterà di un altro 33%. «Ci piace far lavorare il territorio, i nostri giovani. Il lavoro da noi non manca», racconta ancora Ricci, che ha portato lavoro anche in Africa. Ricci e la moglie sono innamorati di Losego e Quantin. Confidano a Zaia di essere alla ricerca di nuove aree di coltivazione, ma – informano – «non riusciamo a trovare i proprietari perché in giro per il mondo». E Zaia, di rimando: «Anche noi, con la bonifica dei boschi danneggiati da Vaia, abbiamo di questi problemi» . —


 

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