Ponti sulla Feltrina bisognosi di manutenzioni
FELTRE. Da una parte un manufatto che risale alla metà degli anni 50 e che mostra chiaramente gli effetti del tempo, dall’altra un ponte recentemente risistemato e che pure mostra già qualche magagna sul manto di asfalto. Due diverse segnalazioni di altrettanti lettori accendono l’attenzione sui ponti lungo la Sr 348 Feltrina all’altezza della chiusa di Anzù. Due manufatti a distanza di poche decine di metri l’uno dall’altro: il primo necessiterebbe di una robusta manutenzione, per il secondo andrebbe verificata la bontà del recente intervento che ha visto gli operai lavorare per alcune settimane con istituzione di semaforo oppure un senso unico alternato.
VECCHIA FELTRINA
Si tratta del ponte che sovrasta la vecchia strada Feltrina, ora via Castel Cuc. A segnalare lo stato di scarsa manutenzione è il geometra Francesco Gallina, che ha abitato per tanti nella zona che ancora oggi frequenta: «Il ponte fu eseguito a metà anni 50 con inerti del Piave e un cemento con dosaggi bassissimi. I risultati sono evidenti a distanza di settant’anni con le spalle e i muri di contenimento a monte e a valle che sono privi di armatura, il calcestruzzo depotenziato si sta sgretolando e la struttura in ferro che poggia sulle spalle del ponte presenta l’armatura a vista e quindi soggetta a corrosione. Serve un importante intervento di manutenzione per rimettere le cose a posto, anche perché via Castel Cuc è abitata da alcune famiglie che passano quotidianamente sotto il ponte, sul quale scorre un traffico intenso, nemmeno paragonabile a quello degli anni in cui il manufatto è stato realizzato. Tra l’altro in questa zona dovrebbe passare anche il tracciato della futura pista ciclabile».
Gallina sottolinea come altre opere più recenti, siano già state oggetto di manutenzione: «Mi riferisco ai ponti costruiti dopo l’alluvione del 1966, compreso il ponte della chiusa, che hanno già subito interventi per manutenzioni. Mi auguro che chi di dovere valuti la situazione auspicando un intervento in tempi brevi».
PONTE DELLA CHIUSA
Qui la segnalazione giunge da Ivan Schenal, che a distanza di nemmeno due settimane dal termine dei lavori ha notato che l’asfalto presenta già dei buchi che difficilmente possono trovare giustificazione. «Nei primi giorni in cui passavo sul ponte ho avuto la sensazione di un lavoro ben fatto, ma dopo una decina di giorni sono iniziati a comparire buche e detriti», afferma. Insomma, qualcosa non ha funzionato: «È l’unica cosa certa. Io non ho le competenze tecniche per esprimermi, ma non credo sia normale quanto accaduto in un tempo così ravvicinato alla fine dei lavori. Tra l’altro non si tratta piccole buche, alcune possono essere pericolose, soprattutto per i veicoli a due ruote. Credo sia giusto segnalare il problema in un problema in cui si parla di grandi opere e di come viene speso il denaro pubblico».
Tra l’altro c’è stato un intervento di rattoppo, che però non ha dato i risultati sperati: «Forse», conclude Schenal, «si è ritenuto che in questo modo il problema fosse stato risolto, ma non è così, visto che, come prevedibile, le buche si stanno riaprendo». —
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