«Portafogli e documenti dentro un taxi nel Mali»: la truffa al pm non riesce

BELLUNO. La truffa corre sulla posta certificata. Capita anche che il solito ignoto si spacci per un avvocato molto quotato e tenti di raggirare un pubblico ministero della Procura della Repubblica di Belluno. Un viceprocuratore onorario, ma in definitiva non fa poi molta differenza. Ieri mattina la toga ha aperto la mail e si è imbattuto in un messaggio allarmato e allarmante, che a priva vista sembrava autentico e credibile.

Era la richiesta di aiuto di un legale molto conosciuto del foro, che gli raccontava di essere a Bamako, la capitale del Mali e di essere rimasto senza soldi e documenti, in quanto li aveva dimenticati su un taxi. Una volta sceso dall’auto pubblica, si era ritrovato senza un euro e soprattutto privo anche del passaporto, consapevole del fatto che non avrebbe mai ritrovato il tassista e quest’ultimo avrebbe faticato chissà quanto a rintracciarlo, pur potendo puntare sull’ambasciata. Insomma, gli servivano qualcosa come 850 euro, per pagare i conti aperti e soprattutto tornare in Italia.

Seguivano tutte le istruzioni per fare il trasferimento di denaro, nelle migliori condizioni di sicurezza.

Il pubblico ministero non c’è cascato e ha fatto una telefonata all’avvocato, sentendosi rispondere che la sua era ormai la quinta o sesta chiamata, alla ricerca di un chiarimento. La mossa successiva è stata quella di presentare una querela, al momento contro ignoti, per le ipotesi di reato di sostituzione di persona e tentata truffa. Non si procede d’ufficio, ma bisogna chiedere la condanna dell’ancora presunto colpevole con un atto da dettare a carabinieri o polizia. —

G.S.

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