Pos obbligatorio insorgono gli artigiani

Dal 30 giugno imprese e professionisti si dovranno dotare del sistema di pagamento senza contanti
18/05/2012 Pagamento tramite POS, carta Bancomat
18/05/2012 Pagamento tramite POS, carta Bancomat

BELLUNO. «Se questo può servire per contenere l'evasione fiscale va bene, ma visto che è una cosa obbligatoria bisognava concordare prima i costi di questo strumento, altrimenti si rischia di regalare altri soldi alle banche».

Sale la protesta di Confcommercio e Appia in vista dell’introduzione dell’obbligatorietà per artigiani, commercianti e liberi professionisti dell’uso del Pos per poter accettare pagamenti superiori ai 30 euro a mezzo bancomat o carte di credito, che scatterà il 30 giugno prossimo.

Concorde l’opinione degli imprenditori che si trovano un altro costo tra capo e collo.

«Se sono obbligato a mettere il Pos, almeno che non mi costi o costi poco», dice Giacomo Deon, presidente di Confcommercio che aggiunge: «Perché di fatto anche l’attivazione del Pos diventa per noi una vera e propria tassa. Si pensi che una bottega può arrivare a spendere quasi 400 euro l’anno, anche senza usare mai questo strumento».

Un idraulico o un elettricista che vadano a domicilio per eseguire degli interventi per un costo superiore ai 30 euro dovranno essere muniti di un Pos mobile i cui costi sono di alcune centinaia di euro l’anno.

«Siamo di fronte ad un ulteriore aggravio di oneri per le piccole e medie imprese», sottolinea anche il presidente dell’Appia, Moreno De Col, «che lavorano in un mercato ristretto. Quello che chiediamo è che ci sia una maggiore disponibilità da parte degli istituti di credito e che tolgano almeno le commissioni. Ma da quanto vediamo le banche pensano solo ai loro interessi».

A ribadire il concetto anche il direttore dell’Appia, Maurizio Ranon: «La questione non è tanto sullo strumento ma sul costo dello strumento che, poiché rientra in un piano nazionale di lotta all’evasione, dovrebbe prevedere da parte di Governo e Stato una maggiore agevolazione, non facendocela pagare. È lo stesso meccanismo della fattura elettronica che dovremmo adottare a partire dal 6 giugno prossimo nei confronti della Pubblica amministrazione», sottolinea Ranon che poi spiega: «Siamo quasi alla follia anche in questo caso, visto che a tutt’oggi non sappiamo quali siano i tipi di transazione per cui è prevista la fattura elettronica, oltre al fatto che questi documenti devono essere conservati per 10 anni. Ma dove? Di certo i nostri server non sono in grado di garantire la sicurezza di custodia, per cui servirà ricorrere a ditte specializzate con ulteriori costi aggiuntivi. A questo poi si aggiunge anche il fatto che queste fatture devono recare in calce la firma elettronica che, a quanto ci dicono gli uffici, ha una validità di tre anni e dopo va rinnovata sempre con altre spese». (p.d.a.)

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