“Posso stare a casa” così l’anziano rimane con i parenti

L’iniziativa dell’Usl 2 prevede assistenza e fisioterapia a domicilio per ritardare l’ingresso nelle case di riposo
Di Martina Reolon

FELTRE. “Posso stare a casa”. Questo il nome del progetto che sarà avviato tra qualche settimana nei comuni dell’Usl 2 di Feltre. Un progetto finalizzato a promuovere la permanenza della persona anziana nel proprio contesto di riferimento, oltre che a garantire un buon livello della qualità di vita. Capofila è il Comune di Sedico, con la sua azienda speciale Sedico Servizi. In sostanza, “Posso stare a casa” è rivolto agli anziani con il fine di favorirne la domiciliarità e posticipare il più possibile l’ingresso in strutture sanitarie assistenziali, ossia le case di riposo.

«Si tratta di un nuovo modello di assistenza a domicilio, assolutamente innovativo e sperimentale», spiega Mario Modolo, direttore dei servizi sociali dell’Usl 2. «Sono quattro le linee su cui si svilupperà: assistenza domiciliare in orario serale, nei giorni festivi e pre festivi; fisioterapia a domicilio, con modello educativo e non solamente riabilitativo; uno psicologo a sostegno di utente, operatori e familiari; una figura di manutentore. Per i primi due punti si tratta di andare a potenziare un servizio che viene già offerto tramite l’assistenza a domicilio e gli operatori socio-sanitari. Psicologo e manutentore sono invece figure nuove. Il secondo, in particolare, aiuterà a mettere in funzione gli ausili utilizzati nelle abitazioni e ne garantirà la manutenzione».

Un progetto innovativo, in quanto in Veneto sono poche le esperienze di questo tipo. «A svolgere il ruolo di soggetto attivo saranno i centri servizi per l’anziano, le case di riposo, che lavoreranno in rete con i loro operatori», aggiunge Modolo. «Ovviamente, vista la mole di lavoro necessario, si tratta di personale in più rispetto a quello operante nelle strutture». “Posso stare a casa”, il cui costo complessivo è di 437 mila euro, è stato finanziato per 250 mila dalla Cariverona. Il cofinanziamento da parte della Conferenza dei sindaci dell’Usl 2 è di 187 mila. La somma permetterà l’attuazione del progetto per un anno, in cui è prevista l’erogazione di 18 mila ore di servizio, delle quali 9.500 per assistenza domiciliare, 8.500 per fisioterapia e 80 ore a testa per psicologo e manutentore.

Sono stati inoltre stimati 45 utenti a settimana presi a carico da un operatore socio-sanitario, 80 dal fisioterapista e un paio ciascuna per le altre due figure professionali. «Punto di forza è stato il lavoro di squadra, che ha visto i 17 Comuni dell’Usl 2 uniti nel presentare domanda di contributo alla Cariverona. E anche nell’attuazione del progetto, che partirà nelle prossime settimane», fanno presente Stefano Deon, sindaco di Sedico, e Paolo Perenzin, primo cittadino di Feltre e presidente della Conferenza dei sindaci Usl 2. «I Comuni più periferici e di montagna, da soli, non riuscirebbero a far fronte alle spese come quelle che comporta il servizio domiciliare. In questo modo, e mettendo insieme le case di riposo attive sul territorio, si possono sostenere i costi».

«Quella di garantire l’assistenza domiciliare nel fine settimana, così come la figura del manutentore, sono richieste che ci pervenivano dal territorio», precisa Stefano Triches, presidente del cda della Sedico Servizi. Renzo Poloni, del cda della Cariverona, e Michele De Boni, consigliere generale, hanno sottolineato che la bontà del progetto è dimostrata dal fatto che quest’ultimo è sostenibile nel tempo e che, quindi, non si esaurirà in un’annualità: «“Posso stare a casa” risponde ai requisiti di rilevanza sociale e innovazione. Un’iniziativa che porta con sé un grande valore. Ecco perché è stato finanziato con una percentuale che supera dell’80 per cento la richiesta che era pervenuta».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi