Poste, a rischio quindici sportelli

Il segretario della Slp Cisl: «Se l’azienda non assumerà, molti uffici chiuderanno»
BELLUNO. Sono gli uffici postali situati nelle frazioni più piccole a rischiare di più la chiusura. A dirlo i sindacati di categoria. Parliamo degli sportelli di Fener, Fastro, Arina, Caviola, ma ce ne sono un’altra decina in pericolo.

«Una chiusura dovuta alla carenza di personale e l’azienda non parla nemmeno di assumerne», dice Francesco Riva della Slp Cisl. «Sono gli uffici mono operatore, quelli aperti con razionalizzazioni cioè da uno a tre giorni, come Paderno, Meano, Misurina. Per questi anche le chiusure estive programmate possono diventare molto rischiose, in vista di uno stop definitivo. Tutto dipenderà da Poste Italiane, se vorrà o meno assumere nuove persone per garantire il funzionamento. Certo è che un’eventuale decisione di chiusura, potrà essere impugnata davanti al Tar, che finora ha sempre dato ragione ai territori, opponendosi quindi all’eliminazione degli uffici».

A rischiare sono anche le sedi di Feltre e Belluno ormai al limite come personale. «Dovrebbero essere almeno due gli operatori allo sportello, invece molto spesso se ne trova uno soltanto. Perché l’azienda preferisce prelevare lavoratori dalle sedi più grandi e garantire quelle periferiche. Periferiche come gli uffici della Sinistra Piave e del Feltrinom da Lentiai a Mel, da Trichiana a Limana, da Pedavena ad Arsiè, da Fonzaso a Quero, da Puos d’Alpago a Mussoi, da Longarone ad Auronzo fino a Santo Stefano. A Santa Giustina dovrebbero operare due sportellistim invece uno è spesso dislocato in altri sportelli», prosegue il sindacalista.

C’è poi la questione relativa alla cosiddetta “elimina code”, cioè a quegli uffici che hanno il totem che eroga i biglietti con il numero per evitare le code. E sono le sedi di Belluno Castello, cioè nel centro del capoluogo, e Feltre. «Questi uffici vengono monitorati da Roma soprattutto per quanto riguarda i tempi di attesa. Se vedono che c’è poca gente, allora decidono di far passare parte dei lavoratori ad altri sportelli».

Per il segretario della Slp Cisl bellunese, la situazione per gli uffici postali provinciali è molto critica. «Siamo appesi a un filo, perché siamo di fronte alla combinazione di diverse circostanze: da un lato la carenza di personale e dall’altro la politica aziendale di non assumere. Avanti di questo passo le chiusure sono vicine».

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