Belluno, sempre più tagli alle Poste: in 10 anni persi un postino su due
La denuncia arriva dal referente della Slc Cgil, Adriano Musolino: «La società non ha fatto altro che ridurre il personale», Nella provincia di Belluno gli sportellisti passeranno da 186 a 144

Lettere non recapitate, uffici ridotti nel numero e nei servizi, malcontento crescente tra i cittadini e tra i sindaci che da tempo denunciano frequenti disagi nei loro territori. Sotto accusa Poste Italiane e i continui tagli perpetrati ai servizi.
Tagli cospicui che per la Slc Cgil spiegano in modo evidente tutti i disservizi patiti dai clienti. E i numeri parlano chiaro: quasi un postino su due e uno sportellista su quattro nel tempo sono “spariti”.
Il recapito
Dal 2012 al 2024 in provincia di Belluno si è passati da 217 portalettere a 123, vale a dire che si è perso poco meno di un postino su due (- 43%). Nel frattempo sono diminuite anche le aree di consegna, cioè il territorio che viene assegnato al singolo dipendente, che sono passate da 164 sempre nel 2012 a 75, vale a dire -54%.
«Questo significa che ogni postino ha in carico un’area sempre più grande e cioè molti più chilometri da macinare in un giorno per riuscire a raggiungere tutti i clienti», precisano Adriano Musolino referente della Slc Cgil e la Rsu, Francesca Valmassoi.
«Se una volta, quando i portalettere erano tanti uno copriva un’area abbastanza limitata, adesso al singolo vengono assegnate almeno un paio di zone per un’area di 70 km. Ed è per questo che nel tempo il recapito è diventato a giorni alterni per permettere al personale di coprire tutte le zone a suo carico».
Le aree di recapito
Ad oggi sono tre le aree in cui è stato diviso il territorio: il Bellunese che comprende Belluno, Longarone e lo Zoldano; il Feltrino che oltre a Feltre e comuni limitrofi raccoglie una parte di Santa Giustina e di Mel, oltre ai comuni di Agordo e Alleghe.
Infine l’ultima zona è quella del Cadore-Comelico. Per quanto riguarda quest’ultima zona, in 12 anni si è passati da 37 postini che coprivano 34 zone di recapito agli attuali 22 dipendenti che si muovono su 13 aree.
«Certo la corrispondenza negli anni è calata, ma il recapito c’è sempre, però un postino deve muoversi su un’area più ampia», spiega Musolino.
Per quanto riguarda l’area del Feltrino, dai 90 portalettere del 2012 che coprivano 68 zone di recapito si è passati ai 50 dipendenti attuali che si muovono su 33 aree. «Si pensi ad esempio, dopo le ultime segnalazioni di disservizi nel recapito da parte del sindaco, che in Alpago fino a un decennio fa c’erano 11 zone di recapito e ora sono quattro».
Infine per l’area del Bellunese, dei 90 postini di allora operativi in 62 aree ne sono rimasti 51 che si muovono su 29 zone. «E come se non bastasse», anticipa Musolino, «grazie all’accordo siglato da Cisl, Ugl, Failp e Consal con la società si parla di tagliare a breve almeno un’altra decine di aree di recapito, andando così ad aggravare i disservizi. Dalle intenzioni emerse dall’azienda, infatti, nel 2028 soltanto un terzo del bilancio andrà a copertura delle spese del personale, il che significa che i tagli non si sono fermati».
Sportelleria
Nell’ultimo decennio non è andata meglio per l’attività di sportelleria.
Dei 250 dipendenti addetti all’ufficio si è passati oggi a 186 con un taglio del 26%, mentre gli uffici sono passati in provincia dai 120 del 2012 ai 102 attuali. «Poste continua a conteggiare oltre ai 102 uffici attuali, anche due sportelli, quelli di Misurina e Pozzale che sono stati chiusi da alcuni anni», dicono Musolino e Valmassoi.
«Ma la sforbiciata non si chiude qui: recentemente, sempre grazie all’accordo stipulato dalla Cisl e le altre sigle, ad esclusione di Cgil e Uil, è previsto per la provincia di Belluno un ulteriore taglio degli sportellisti che passeranno dagli attuali 186 a 148-144, quindi con un taglio di una quarantina di dipendenti. E per noi questo significa che anche altri uffici inevitabilmente saranno chiusi».
Musolino ricorda come in questi anni l’attività degli uffici è a andata riducendosi sempre di più. «Dopo il Covid c’è stato un ridimensionamento: ad oggi sono rimasti aperti a doppio turno, cioè mattino e pomeriggio, soltanto gli uffici di Belluno e di Feltre, mentre hanno ridotto l’attività da doppio turno a monoturno cioè solo al mattino gli sportelli di Agordo, Sedico, Pieve di Cadore, Cortina e Ponte nelle Alpi. Infine 12 uffici sono stati razionalizzati prevedendo un’apertura a giorni alterni.
«E tra questi rientrano anche sportelli come quelli di Sovramonte o Gosaldo, dove un utente non trova un ufficio vicino alternativo, ma a chilometri di distanza. E questo sicuramente ha contribuito a peggiorare il disservizio».
Per la Slc Cgil, quindi, «se ci sono dei disagi, utenti e sindaci non devono prendersela con il personale dipendente delle Poste, ma con la società stessa che ha portato avanti negli anni una politica di riduzione».
E come se non bastasse «ai disservizi si aggiungono altri disservizi: pensiamo agli uffici aperti in emergenza, per l’assenza dell’unico dipendente magari per malattia. Il sostituto apre lo sportello, ma non ha il via libera per maneggiare la liquidità, per cui si trova costretto a eseguire operazioni solo con le carte di debito costringendo chi si presenta con i contanti a rivolgersi altrove».
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