Poste, criticità negli uffici Mancano oltre 50 addetti

La denuncia di Riva (Slp Cisl): «I pensionamenti non sono mai stati sostituiti Nel recapito situazione pesante: assunti novantisti per consegnare i pacchi»
Di Paola Dall’anese
12/01/02 TV. Portalettere. (Ferrazza)..© Paolo Balanza
12/01/02 TV. Portalettere. (Ferrazza)..© Paolo Balanza

BELLUNO. Personale ridotto all’osso negli uffici postali bellunesi. A soffrire di più è la sportelleria, a causa dei molti pensionamenti, ma anche il recapito non è messo meglio, tanto che ora Poste Italiane spa è costretta a ricorrere ai contratti a termine per sopperire alla mancanza di postini. Soprattutto per la consegna dei pacchi.

A quasi due anni dall’avvio, il sistema di recapito a giorni alterni non funziona: «Continua a creare disagi agli utenti, ma anche ai lavoratori, costretti a turni massacranti per riuscire a recapitare la posta del giorno. E così si accumulano tante ore di straordinario», precisa Francesco Riva, segretario della Slp Cisl per Belluno. «Su questo fronte, come sindacato intendiamo proseguire nella battaglia per la revisione del progetto. Chiediamo che, almeno nei centri con più di 30 mila abitanti, si torni al recapito quotidiano».

Il recapito è un servizio in aumento, soprattutto per quanto riguarda la consegna dei pacchi. «Con tutte le spedizioni di prodotti acquistati on line, siamo presi d’assedio», dice ancora Riva, «tanto che l’azienda, dopo aver dichiarato gli esuberi che hanno portato alla riforma del servizio, oggi è costretta a ricorrere a personale con contratti di 90 giorni proprio per la consegna dei pacchi di prodotti web. Ultimamente sono stati assunti cinque nuovi lavoratori, di cui quattro nella sede centrale di Belluno e uno a Feltre. Si tratta di giovani che prendono servizio al pomeriggio, solo ed esclusivamente per consegnare a domicilio questi pacchi».

La situazione è difficile anche per la sportelleria. «Qui in due anni sono andate in pensione 50 persone, che non sono state mai sostituite», prosegue ancora il sindacalista. «Ad oggi abbiamo 220 addetti che devono dividersi su 99 uffici. Considerando che una trentina di questi lavoratori vanno inseriti nello staff di filiale, significa che abbiamo circa 180 impiegati che devono dividersi su un centinaio di sportelli. Ma tra ferie, malattie e permessi non sono mai tutti presenti. Inoltre, ci sono 66 sportelli monoaddetto in provincia. Una situazione che da tempo denunciamo come gravemente a rischio per la sicurezza: non è possibile lasciare un lavoratore da solo, anche perché molte sono le pratiche che si possono fare negli uffici postali. Il personale è costretto a fare i salti mortali per garantire il servizio. E la situazione diventa ancor più pesante in corrispondenza di alcune giornate particolari, specie quelle per i pagamenti delle pensioni. E cosa dire del fatto che tra i 99 uffici ce ne sono 24 definiti quadri che dovrebbero avere tra le 2 alle 4 persone? Un dato che non viene mai rispettato. Così non si può andare avanti».

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