Poste, il sistema non funziona
BELLUNO. L’attuale sistema postale non funziona. E così Poste Italiane corre ai ripari, incontrando anche i sindacati, per concordare i cambiamenti da apportare per garantire un servizio migliore ai clienti.
Sono in aumento, infatti, le lamentele e le segnalazioni di disservizio alle Poste dopo l’introduzione nel Bellunese del nuovo sistema che prevede il recapito della corrispondenza a giorni alterni. E le segnalazioni maggiori arrivano proprio dal settore produttivo e dagli enti pubblici. E così nei prossimi giorni è previsto un incontro tra società e sindacati per definire le correzioni da apportare all’attuale organizzazione del lavoro. «Stiamo monitorando i territori come Belluno e Vicenza, perché le difficoltà sono molte», dice Loredana Vian della Slc Cgil. «Oggi i portalettere, che operano a giorni alterni, stanno tamponando le zone a loro destinate con il supporto dei portalettere che teoricamente dovrebbero essere in eccedenza», cioè quelli “avanzati” dal’introduzione del nuovo sistema. «E malgrado ci sia personale di supporto, le difficoltà di gestione restano».
Ma non è avulsa da problemi nemmeno la sportelleria. «I disagi ci sono e i lavoratori li sentono bene sulla propria pelle», precisa Vian, «anche se stanno dimostrando una grande capacità di abnegazione nei confronti dell'azienda. E fanno fronte alle esigenze. Ci sono, infatti, sportellisti che ufficialmente sono assegnati ad un ufficio, ma che, di fatto, saltano da una sede all’altra se manca il collega per malattia o per ferie. E questo è lo scotto che paghiamo per gli uffici monounità, per cui se uno si ammala è un disastro». E la cosa più pesante è che «questi addetti vengono avvisati dei cambi di sede da un giorno all’altro. Quindi con tutti i problemi di organizzazione, anche familiare, che questo comporta», prosegue la sindacalista della Slc Cgil che aggiunge, in riferimento alla consegna della corrispondenza: «Inoltre, la posta parte sempre più tardi con questa organizzazione, mai prima delle 10.30. E, in più, il postino deve portare i documenti da recapitare nell’ufficio di riferimento della zona di consegna. Ma non sempre il giorno del suo giro in quel paese corrisponde con l’apertura dell’ufficio monounità. E quindi la posta si accumula e così si rischia che arrivi anche tre-quattro giorni dopo».
Questo quadro, però, è destinato ad aggravarsi con i pensionamenti previsti per quest’anno. Moltissimi, anche perdendo parte di indennità, avrebbero preferito andarsene perché «ormai stanchi di questo sistema». (p.d.a.)
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