Poste Italiane sospende la chiusura degli uffici

La società, dopo le proteste e in ottemperanza alla norma imposta dall’Agicom, vuole incontrare i territori «per conciliare le sue esigenze con quelle dei cittadini»

BELLUNO. Sospeso fino a nuovo ordine il piano di razionalizzazione di Poste Italiane. Prima ci dovrà essere il confronto con le istituzioni locali.

Parziale dietrofront della società, che aveva previsto un programma di chiusure e riduzioni di orario che avrebbe dovuto partire dal 13 aprile prossimo.

La notizia, comunicata proprio da Poste spa, arriva alla vigilia del vertice di oggi in Prefettura dove i direttori delle sedi bellunesi e veneti incontreranno gli inferociti sindaci del territorio, pronti a dare battaglia per salvare un servizio dai risvolti anche sociali e utile ai loro concittadini.

Come si legge nella nota, la società precisa che «procederà all’attuazione del piano di razionalizzazione, dopo aver completato il dialogo con le Regioni, per l’analisi di dettaglio dei territori». Questo perché «la presenza territoriale è un elemento fondante del piano industriale di Poste, che ha come obiettivo principale quello di includere tutti i cittadini nella trasformazione digitale e migliorare continuamente la qualità del servizio».

Precisazioni che arrivano dopo che da più parti si era alzato un coro di proteste alla chiusura degli sportelli di Bolzano Bellunese, Sois, Meano di Santa Giustina e Candide a Comelico superiore e alla riduzione dell’orario di Gosaldo, Zoldo Alto, Lorenzago e Colle Santa Lucia. E dopo che in molti avevano sottolineato che l’autorità garante per le comunicazioni, Agicom, aveva stabilito che queste razionalizzazioni avrebbero dovuto essere concordate col territorio. Suona anche strano che Poste evidenzi, nella sua nota, l’intenzione di migliorare la qualità del servizio: puntualizzazione che arriva dopo che soltanto ieri il sindaco Massaro e i comitati cittadini di Sois e Bolzano Bellunese avevano sottolineato come il servizio postale, soprattutto a livello di recapito, sia sensibilmente scaduto nel Bellunese.

Ma di fronte a questa sospensione, il territorio può certo abbozzare un timido grido di esultanza, ma non può abbassare la guardia. Anche perché Poste Italiane precisa, in più punti del suo comunicato, che il piano di razionalizzazione è valido, ma sarà attuato più avanti «conciliando le esigenze aziendali con le istanze e le possibili eccezioni rappresentati dai territori».

L’incontro di oggi in Prefettura diventerà l’occasione ancora più importante per gli amministratori per presentare le loro richieste alla società postale e le varie proposte e soluzioni nate dai cittadini per far rimanere nelle frazioni questo importante servizio.

Paola Dall’Anese

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