Poste, negli uffici è emergenza personale

L’allarme lanciato dai segretari di Slp Cisl e Slc Cgil: «Così non va, cittadini costretti a lunghe code»

BELLUNO. Gli uffici postali bellunesi boccheggiano. La carenza di personale si fe sentire sempre più, tanto che alcuni dipendenti sono spostati da una parte all’altra della provincia per coprire i “buchi” negli sportelli rimasti scoperti.

Per i rappresentanti della Slp Cisl Francesco Riva e della Slc Cgil Loredana Vian, la situazione si sta facendo sempre più complicata. «Faccio un esempio», sottolinea Vian, «in questi giorni un dipendente di un ufficio postale del Comelico è stato invitato a coprire l’assenza di un collega a Belluno. Una situazione inverosimile: non si può andare avanti in questo modo».

Sui 99 sportelli postali provinciali, 74 sono quelli monoperatore, gli altri hanno dai 2 ai 3 dipendenti ed è in questi ultimi che si concentrano i cento lavoratori che a turno devono coprire gli uffici che restano scoperti perché l’unico dipendente è a casa per malattia o in ferie.

«Gli sportelli che hanno maggiori criticità sono i venti con il maggior numero di personale, quelli della destra e sinistra Piave e alcuni del Feltrino. Ma in questo modo non si fa altro che aumentare le code agli sportelli e rendere scontenti gli utenti, visto che il servizio offerto è tutt’altro che puntuale ed esaustivo», spiega ancora il segretario della Slp Cisl, che poi aggiunge: «Tutta questa situazione è stata generata dal fatto che l’azienda sta cercando di mandare in pensione il maggior numero di dipendenti, senza però assumerne altri. Entro la fine dell’anno andranno via una ventina di dipendenti, ma la lista potrebbe allungarsi». «Questa fuga dalle Poste», incalza Vian, «è un segnale chiaro ed evidente: i lavoratori sono stanchi di una situazione di emergenza continua. Lavorare in queste condizioni non è facile e non è possibile».

E poi ci sono i problemi riguardanti il servizio recapito: «Anche in questo settore il personale si sta riducendo e presto sarà difficile garantire il servizio di consegna della corrispondenza», dice la segretaria della Slc Cgil. «Stiamo attendendo che la Commissione europea si pronunci sull’esecuzione del servizio in giorni alterni, come vorrebbe fare la società».

E l’allarme personale suona sempre più forte: a breve, infatti, inizieranno le ferie e il personale a turno rimarrà a casa almeno due settimane consecutive. «Non osiamo pensare cosa potrà succedere e come sarà organizzato il lavoro», dicono i due sindacalisti.

Nel frattempo resta sempre in sospeso la questione relativa alla chiusura degli sportelli: «Non possiamo dimenticare che la norma prevede che ci sia almeno un ufficio per comune e il Bellunese è abbondantemente sopra questo parametro», conclude Riva, «è pensabile che, dopo le elezioni regionali, il piano di tagli presentato da Poste Italiane ritornerà di attualità». (p.d.a.)

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