Posti chiave al femminile, il Bellunese fa da apripista
BELLUNO Azienda sanitaria, Confindustria, Confartigianato, questura, compagnia carabinieri di Belluno, Tribunale e Ater. Quella più a nord del Veneto è una provincia guidata dalle donne. Determinate e capaci, Maria Grazia Carraro, Lorraine Berton, Claudia Scarzanella, Lilia Fredella, Emanuela Cervellera, Antonella Coniglio e Ilenia Rento siedono ai posti di comando nelle forze di polizia e della giustizia, ma anche nelle associazioni di categoriam begli enti terrritoriali e nella sanità. Essere donna oggi non è come esserlo stata ieri, né avrà lo stesso significato domani. Le battaglie ancora da fare in nome della parità di genere sono tante, almeno quante sono le conquiste fatte. La lotta a stereotipi e discriminazioni non è finita, ma la strada tracciata è là, pronta per essere percorsa.
Medicina al femminile
Direttrice generale dell’Usl 1 Dolomiti da poco meno di due settimane, Maria Grazia Carraro ha avuto una famiglia «che non ha mai fatto differenze, nonostante fossi l’unica figlia femmina. Per le persone della mia generazione il percorso di carriera è stato più difficile: mi sentivo osservata, sapevo di dover dimostrare qualcosa che andasse oltre le mie apparenze, perché niente era dato per scontato». Nel suo primo giro visite nelle varie strutture bellunesi, Carraro ha incontrato «molte figure femminili in reparti come il Pronto soccorso, o la Medicina nucleare, storicamente diretti da uomini. Alle donne dico: perseguite le vostre passioni, perché con un po’ di organizzazione riuscirete a fare tutto con tranquillità e serenità familiare».
Il valore della diversità
Claudia Scarzanella è la prima presidente donna di Confartigianato Belluno. «Ho acquisito la segheria Traiber quando è mancato mio marito: lavoro in un ambiente maschile, ma credo di essere riuscita a farmi apprezzare anche per la mia umiltà e perché non ho mai avuto paura di chiedere aiuto. Ancora oggi devo farmi valere davanti a chi non mi ritiene capace, ma questo per me è uno stimolo. Le caratteristiche di genere ci sono, è inutile negarlo, per questo non dobbiamo contrapporle ma cercare di integrarle, per fare un gioco di squadra sempre migliore. Come donne ci troviamo spesso a dover dimostrare il nostro valore, ma questo sforzo non fa che renderci più forti, anche perché il lavoro può essere un momento di riscatto».
Madri in carriera
Maria Lorraine Berton conia la locuzione inglese «woman tax» per descrivere il clima che serpeggia in Italia. La presidente di Confindustria Belluno, eletta da una platea fatta quasi esclusivamente di uomini, parte da una previsione: «Nel prossimo decennio le vere artefici del futuro saranno le donne. Quel che vediamo oggi è sconfortante, perché siamo state escluse da tutti i vertici: potrò dirmi soddisfatta solo quando vedrò un uomo alle pari opportunità e una donna all’economia». Per Berton molto dipende dall’educazione: «Nella mia famiglia le donne si sono sacrificate, penso a mia nonna materna che ha cresciuto sei figli da sola. Negli anni ho visto passare avanti tanta mediocrità solo perché proposta da uomini, ma in quanto donna non voglio un futuro di scontri. Credo nella meritocrazia e nella forza che nasce dall’unione». Lei che è madre, fa un appello alle aspiranti imprenditrici: «Non rinunciate ai figli: anteporre la carriera sarebbe un errore di egoismo. E non cercate scorciatoie: arrivate piuttosto un giorno dopo, ma sempre con la testa alta».
Lavoro e famiglia
Ilenia Rento ha perso il posto da ingegnera ambientale in una multinazionale dopo aver avuto la prima figlia. Quarant’anni di Feltre e presidente dell’Ater di Belluno, sapeva che «se fossi diventata mamma non avrei potuto fare carriera, ma oggi dico: per fortuna che è arrivata lei. Avevo un contratto a termine che non mi è stato rinnovato e non sono più stata riassorbita perché non potevo garantire trasferte né straordinari». Questa difficoltà l’ha rincontrata con l’arrivo del secondo figlio: «Le madri ambiziose subiscono troppe discriminazioni, anche nel privato». Grazie però al marito, Rento riesce oggi a lavorare e a occuparsi al meglio della famiglia e dell’Ater, di cui è l’unica presidente donna in Veneto e una delle quattro in Italia. Anche per lei, il messaggio più forte va alle aspiranti madri: «Non smettete di studiare e non rinunciate ai figli per il lavoro. Provateci e vedrete che riuscirete a gestire tutto». —
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