Posti letto limitati al Carenzoni i migranti spostati in altre strutture

Dopo l’incendio di giugno i pompieri hanno dato l’agibilità Beino: «Stanze al completo e un bilancio confortante» 



Al Carenzoni di Feltre, l’ospitalità residenziale è contingentata a 25 posti letto. Non uno di più da quando, si era in giugno, c’è stato un principio di incendio provocato da una friggitrice lasciata in funzione e non sorvegliata, in una delle camere occupate dalle richiedenti asilo. L’intervento dei vigili del fuoco e la relazione che ne è conseguita, ha messo in luce una situazione strutturale e impiantisica non tale da decretare l’inagibilità o l’inabitabilità nella struttura, ma si è data prescrizione di limitare il numero degli ospiti.

Così la ventina di migranti di origine nigeriana ospitata da anni e che in alcuni periodi, nel passato quando i flussi migratori erano ben più consistenti, sono arrivate anche a cinquanta, è stata ricollocata altrove in provincia dalle cooperative preposte. La convenzione per il prosieguo dell’accoglienza, che scadeva al 30 giugno, non è stata più rinnovata: «Avevamo temuto che a seguito dell’incendio e dell’intervento dei vigili del fuoco si fossero posti dei vincoli più severi», spiega l’ex presidente Renato Beino che fino al rinnovo del nuovo consiglio continua a presiedere la struttura, «invece il Carenzoni, nonostante i limiti di cui siamo consapevoli e sui quali non possiamo intervenire né investire, fino a quando la Regione non autorizzerà le vendite di altri immobili, non ha presentato particolari criticità. Al punto che il tasso di occupazione delle camere messe a disposizione dalla struttura, limitata appunto a 25 posti letto, è del 100 per cento. Al Carenzoni ci sono gli ospiti assistenziali, ossia le persone senza dimora inviate dai servizi sociali, e le persone, tipo insegnanti o impiegati di banca che fissano una camera, non avendo né il tempo né la certezza di un incarico di lavoro a lungo termine e qui stanno tranquilli. Questo settore ha avuto un exploit nell’ultimo periodo, al punto che si sono dovute rifiutare alcune richieste, un po’ per il contingentamento dei posti letto e un po’ perché dobbiamo privilegiare gli accessi delle persone in stato di bisogno, cioè di quelle inviate dai Comuni».

Non sembrano esserci problemi dal punto di vista economico e questo è confortante, oltre che di aiuto per fare un minimo di programmazione: «Al momento attuale la situazione economico-finanziaria dell’ente è sotto controllo: le entrate sono più che sufficienti per coprire le spese, anzi resta anche qualcosa per poter affrontare interventi di manutenzione ordinaria», prosegue Beino, «quello che non possiamo fare, e mi auguro che il prossimo consiglio riesca a venire a capo di questa impasse, sono gli investimenti, alcuni dei quali come la messa a norma dell’edificio a fianco, denominato Scuola Bertagno non più differibili. È il discorso di sempre: fino a quando non potremo vendere nulla del patrimonio immobiliare e di terreni edificabili di proprietà del Carenzoni, nulla potrà muoversi in termini di miglioramento delle strutture attive esistenti».

Il piano delle alienazioni comprende aree agricole nelle campagne di Foen, Mugnai e Nemeggio, un’area boschiva in comune di Fonzaso, due aree edificabili in località Foen, oltre a villa Dalla Piazza, sempre nella frazione cittadina, che era stata stimata in oltre trecentomila euro anni fa, e che ora ne vale molti meno perché versa in stato di degrado. –



Argomenti:carenzonibeino

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi