Pramaor amplia la sede l’innovazione è a Taibon

L’azienda produttrice di occhiali al titanio punta su territorio e tecnologia Il patron Nicola Del Din guarda al futuro: «Siamo una start-up di 45 anni»

TAIBON. Sacrificio, coraggio, intraprendenza e fiducia nel futuro.

Quattro concetti, quattro valori su cui si fonda il successo di Pramaor, l’azienda agordina produttrice di occhiali in titanio che ieri ha inaugurato l’ampliamento della propria sede di via Nogarola a Taibon. Davanti a un pubblico tanto numeroso quanto rapito dal racconto di quello che Nicola Del Din e la mamma Maria Luisa Pramaor hanno saputo costruire negli ultimi dei 45 anni di storia della loro ditta.

Più che l’inaugurazione dei nuovi spazi al secondo piano, la cerimonia di ieri è sembrata l’occasione per riaffermare il concetto del neomadeinitaly in cui Pramaor crede e dal quale non intende staccarsi. Concetto che, come ha ricordato il presidente Nicola Del Din, è simbolicamente rappresentato dalle nuove grandi vetrate: di là il territorio locale dove risiede «quella conoscenza tecnica fuori dell’ordinario», di qua sessanta «collaboratori e non dipendenti, perché è l’azienda a dipendere da loro».

Le quattro parole iniziali verranno raccontate con mille altre parole, perché, come il giornalista Roberto Bonzio di “Italiani di frontiera” non ha nascosto, bensì sottolineato, uno dei segreti di Pramaor e del marchio Blackfin è proprio quello di sapersi raccontare, di saper raccontare storie, generando emozioni ed empatia in chi le ascolta.

Don Mario Zanon, parroco di Taibon, amico della famiglia Del Din, non ci ha invece girato tanto attorno quando, a inizio cerimonia, è stato chiamato a benedire i nuovi locali e con quelle quattro parole ha riassunto ciò che sarebbe stato detto nella mezz’ora successiva.

Anche l’amministrazione comunale di Taibon ha cercato la sintesi donando a Nicola Del Din una targa innovativa stampata in 3D dalla Dolomiti Concept Lab secondo il progetto di Giorgio Di Egidio. Targa in cui comparivano le parole innovazione, visione, determinazione, sogno, storia e identità.

«In Nicola - ha detto il sindaco Silvia Tormen - ho percepito la capacità di far diventare il presente qualcosa che ha dentro la possibilità». Quella possibilità che, secondo l’innominato citato da Del Din, 7-8 anni fa non ci sarebbe stata in un’azienda data per “tecnicamente fallita”. Gli sfuggivano quelle parole.

Oggi Nicola Del Din può invece affermare con orgoglio di provare «la sensazione di essere all’inizio di un bel percorso» e di guardare alla sua azienda come a «una start-up di 45 anni». Della “storia”, delle “relazioni” e dell’“identità” (queste le parole usate) su cui si fonda, ha detto di essersi innamorata l’assessore regionale Elena Donazzan, presente all’evento come cinque anni fa per i 40 anni, e di voler fare di tutto affinché aziende così possano crescere ancora. Il volo di Pramaor è spiccato in seguito all’incontro tra Del Din e Giancarlo Recchia, socio amministratore dell’azienda.

«Quando la prima volta ho imboccato la stradina impolverata e piena di buche - ha ricordato quest’ultimo - non pensavo che dietro ci potesse essere un’azienda». Poi ha invece saputo riconoscere in Del Din «il marinaio che sa cosa fare e sa dove andare», quello assieme al quale ha cominciato una sfida «a suon di disubbidienze» andate a buon fine che, nella definizione di Alberto Felice De Toni, sono le innovazioni.

Insieme sono andati, come ha fatto capire alla fine Roberto Bonzio, dove non c’erano strade, ma tracciando un sentiero.

Gianni Santomaso

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