Precipita dalla falesia a Podenzoi, chi era Sergio Casagrande

È uscito per andare ad arrampicare, ma non ha più dato notizie di sé. È stato trovato ieri in serata dagli uomini del Soccorso Alpino il corpo senza vita di Sergio Casagrande, 44 anni tra meno di venti giorni, residente a Roe di Sedico ma originario di Gioz a Belluno.
La Centrale del Suem 118 di Pieve di Cadore è stata allertata attorno alle 18.20 di ieri per un uomo di Sedico, che aveva lasciato detto di andare ad arrampicare in autosicura alla falesia di Podenzoi, ma non dava più notizie di sé e non rispondeva a chiamate e messaggi delle persone che avrebbe dovuto incontrare più tardi.
A lanciare l’allarme, infatti, è stato un conoscente. Subito attivata dalla Centrale del Suem, una squadra del Soccorso Alpino di Longarone ha raggiunto la palestra di roccia e ha innanzitutto individuato la sua auto che si trovava ancora nel parcheggio in prossimità della falesia.
Purtroppo, poco dopo, i soccorritori del Cnsas hanno rinvenuto il corpo senza vita di Sergio Casagrande nel settore Acque, cioè a metà della falesia. Per motivi da accertare, l’uomo era infatti precipitato perdendo la vita.
Constatato il decesso e ottenuto il nulla osta da parte della magistratura per la rimozione, la salma è stata imbarellata dai soccorritori del Cnsas e calata sul sentiero per un centinaio di metri fino alla strada sottostante, per essere poi affidata al carro funebre. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri.
Casagrande lavorava in Luxottica nella gestione e nel coordinamento dei dati dell’azienda, ma era anche un appassionato di fotografia, soprattutto nell’ambito dell’architettura, passione che condivideva con la moglie Anna, che è architetto. La coppia ha due bambini di 8 e 5 anni.
Una delle passioni principali di Casagrande, però, era proprio la montagna e l’arrampicata in particolare e le sue uscite, anche solamente di allenamento in falesia o palestra di roccia e senza compagnia, erano frequenti. Anche per questo motivo andranno accertate le cause della caduta che gli è stata fatale e che non dovrebbe accadere un ambiente che dovrebbe essere piuttosto sicuro come la falesia di Podenzoi.
Casagrande era uno sportivo, si cimentava anche nella corsa (ha partecipato anche alla 24 Ore di San Martino con la squadra di Bolzano Bellunese) e nella corsa in montagna e sicuramente era un esperto che sapeva bene come muoversi in parete.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi