Precipita per cento metri, muore a 31 anni
VAL DI ZOLDO Era solo sulla Civetta. È morto da solo. Un gruppo di escursionisti l’ha visto cadere dalla via Normale e schiantarsi sulle rocce, dopo decine di metri di volo incontrollato. Un testimone arriva a dire addirittura 100: impossibile salvarsi per Marco Michielon, un alpinista trevigiano di appena 31 anni.
L'allarme. La telefonata al Suem 118 è partita verso le 16 e l’elicottero Falco è decollato da Pieve di Cadore verso quella viene definita la parete della pareti, ma non sul versante più suggestivo che guarda Alleghe e si specchia nel lago, ma su quello della Val di Zoldo. Quando i soccorritori sono stati sbarcati dal velivolo, non ci hanno messo molto a individuare il luogo in cui era avvenuto l’impatto mortale. Michielon era già morto e non c’è stato niente da fare per lui. Troppo gravi i traumi riportati dal giovane maestro d’asilo, che abitava a San Giacomo di Musestrelle, una frazione della periferia rurale di Carbonera e stava coltivando una delle sue passioni più forti. La salma è stata portata a valle e ricomposta a Forno di Zoldo, dove sono arrivati anche i carabinieri per i necessari rilievi, utili a informare la magistratura e avvertire la giovane moglie Samira, che Michielon aveva sposato tre anni fa e, naturalmente, i suoi genitori.
La tragedia. L’uomo era nato alla fine di settembre del 1984 e, tra poco più di un mese, avrebbe festeggiato i 32 anni. Ieri aveva deciso di cimentarsi sulla via Normale di una delle montagne più suggestive delle Dolomiti Bellunesi. Partenza a Pecol, a quota 1380 metri per un percorso, che gli esperti di montagne definiscono impegnativo per via del dislivello da affrontare e che richiede l’utilizzo dell’imbrago e del casco, come polizza di assicurazione. Nel pomeriggio, Michielon stava scendendo, quando ha improvvisamente perso l’equilibrio per la stanchezza oppure per qualche altro motivo sul quale si indaga ed è caduto nel vuoto per un volo impressionante e senza alcuna possibilità di salvezza. Alcuni escursionisti, che in quel momento si trovavano sul ghiaone, all’altezza del passo del Tenente l’hanno visto precipitare, senza poter fare nulla, se non allertare i soccorsi. Ma per il giovane appassionato di crode non c’era più nulla da fare e il medico del Suem non ha potuto fare altro che constatarne il decesso, prima di farlo trasportare a valle e affidarlo ai carabinieri zoldani.
Chi era Marco: l'amore e il lavoro. Piano piano, con grande determinazione, stava riuscendo a mettere tutti i pezzi del puzzle al posto giusto: l’amore, la casa, il lavoro. Ha faticato, lavorando e studiando contemporaneamente, ma Marco Michielon non voleva porsi limiti. Da quando aveva conosciuto Samira, diventata sua moglie ormai tre anni fa, la vita gli sorrideva. Aveva 31 anni, tra un mese avrebbe spento 32 candeline. Poi in un pomeriggio di fine agosto tutto è finito. Originario di Silea - dove tutt’ora vivono i genitori, e dove aveva frequentato il gruppo scout fin da quando era ragazzino - abitava in vicolo del Molino a San Giacomo di Musestrelle, la zona più rurale di Carbonera. Si era trasferito lì da un paio d’anni, dopo che si erano ultimati i lavori per la sua abitazione. Una coppia solare, sempre allegra, nonostante i contratti di lavoro in scadenza e gli studi che erano sempre stressanti. Si erano sposati nel settembre nel 2013, con una celebrazione elegante al chiosco romanico del Pero, a Monastier. Era stato il sindaco Salvatore Lo Stimolo ad unirli in matrimonio. Appassionato d’arte - amore che condivideva con la moglie - recentemente era passato a vedere la mostra di Escher in centro a Treviso o la gipsoteca canoviana a Possagno. Ma la vera forza di Marco Michielon si è mostrata nella realizzazione dal punto di vista professionale: è riuscito a coronare il sogno della laurea nonostante fosse sempre impegnato con il lavoro. Meno di un anno fa era riuscito a conseguire la laurea in Psicologia a Venezia. E, qualche mese dopo, è arrivata una proposta lavorativa praticamente irrinunciabile: è diventato insegnante della scuola materna parrocchiale di Carbonera. Lui che adorava i bambini, che ci metteva sempre un istante per capirli.
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