Preghiere per Davide al funerale di Sebastiano

La mamma del diciottenne ha rivolto un pensiero all’amico ancora grave: «Forza, supera questo momento»
Allegranzi Bigolino funerale di Sebastiano Bortolin
Allegranzi Bigolino funerale di Sebastiano Bortolin

PIEVE DI SOLIGO. «Ho odiato ogni minuto di allenamento, ma mi dicevo “Non rinunciare. Soffri ora e vivi il resto della vita da campione”. Ogni giorno Sebastiano accendeva il suo telefono e rileggeva le celebri parole macchiate di sudore e di fatica di Mohammed Alì, il grande campione. E proprio da queste parole traeva la forza per affrontare con determinazione ogni minuto della sua giovane ma già piena vita. Ieri al funerale del 18enne Sebastiano Bortolin, morto nello schianto di venerdì sera sulla Feltrina, la chiesa parrocchiale di Bigolino era troppo piccola. Non un centimetro libero all'interno delle navate per contenere l'afflusso di parenti, amici, compagni e concittadini commossi dalla scomparsa del giovane sportivo.

Sul sagrato il megafono che trasmetteva per la numerosa folla le sentite parole dei co-celebranti, l'ex parroco di Bigolino Don Fabrizio Bortolami e l'attuale, Don Remo Zambon. «Smarrimento»: dalle parole di Don Fabrizio questo è ciò che affiora circa la scomparsa improvvisa di una giovane vita. E questo è emerso dai ricordi di parenti e amici letti al termine della celebrazione, uno dietro l'altro in una fila interminabile nell'estremo tentativo di prorogare un ultimo anelito di vita del figlio, nipote, cugino, amico, compagno Sebastiano. È toccato alla zia di Seba, la più giovane e a lui legata da un rapporto fraterno. Le sue parole cullate dalle note della canzone-capolavoro di Simon & Garfunkel “The sound of silence” scelta per raccontare un episodio di particolare vicinanza e confidenza tra zia e nipote: «Conosci il significato di questa canzone avevo chiesto a Seba. E lui mi aveva detto di sì». E poi rivolgendosi al nipote scomparso: «Questa canzone per me significa che abbiamo paura di amare per non essere feriti. Ma se l'amore è sofferenza io sono felice ora di soffrire perché vuol dire che ho amato. Che ti ho amato».

Dopo di lei si sono susseguiti al microfono i compagni dell'Ana Atletica Feltre di cui il 18enne faceva parte dal 2015 e i compagni del gruppo dell'atletica Astra di Quero. «Determinato, umile, simpatico», lo hanno ricordato gli atleti. Commossi i compagni dell'istituto agrario di Feltre: «Quello che è successo è un'ingiustizia, un grande dolore per tutti noi. Ci tenevi ad essere il primo in tutto, ad essere bravo nello studio ed eri infatti il nostro capoclasse. Ora il tuo banco è vuoto, ma sappi che noi all'appello risponderemo “presente” al posto tuo». Anche gli insegnanti hanno portato il ricordo di un ragazzo maturo, energico, critico e riflessivo, molto sensibile verso i compagni. Un giovane studente che ha saputo spendersi in prima persona per la scuola che frequentava lasciando il segno.

Sono stati gli amici di Col San Martino a riferire del suo desiderio di diventare un pilota di aerei. «Ora il tuo sogno si è avverato - hanno raccontato commossi - noi vogliamo salutarti dicendoti “arrivederci” con la canzone “See You Again” perchè questo non è un addio». Grande generosità e altruismo nelle parole di mamma Rosella che non dimentica l'amico Davide Costa, alla guida della Citroen al momento dello scontro con il Tir e ancora ricoverato in prognosi riservata: «Preghiamo per Davide che riesca a superare questo momento così duro per tutti noi».

Preghiere raccolte dall'altra madre distrutta da questa triste vicenda e presente alla commemorazione per Sebastiano. Anche lei è intervenuta al microfono con una testimonianza che ha unito ancora una volta il destino delle due famiglie legate prima dalla grande amicizia dei rispettivi figli, ora dal dolore. Un grazie è arrivato anche dall'Aido per la donazione degli organi di Sebastiano che, sempre molto altruista, in vita partecipava a molte delle iniziative dell'associazione locale.

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