Pregiudicato per droga chiedeva la Dumia la Cassazione dice di no

FELTRE. Traffico di droga: un indagato voleva andare alla Dumia. Gennaro Amato, uno dei 28 arrestati nel corso di un’operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e portata a termine dalla Guardia di finanza capitolina, si è visto dichiarare infondato il ricorso in Cassazione. Non sarà agli arresti domiciliari nella comunità di recupero feltrina. Rimane in carcere, punto e basta.

Il Tribunale del Riesame di Roma aveva respinto gli appelli contro i provvedimenti del giudice per le indagini preliminari, che ne disponevano la custodia in prigione.

L’uomo avrebbe preferito una lieve attenuazione della misura, peraltro in una rigida comunità di recupero molto lontana dal quartiere romano di San Lorenzo dove aveva sede quella che la magistratura aveva definito «articolata associazione per delinquere dedita al traffico di sostanze stupefacenti». Le alternative potevamo essere gli arresti domiciliari a casa oppure il braccialetto elettronico. Il successivo ricorso in Cassazione è stato giudicato infondato, di conseguenza ci sono le spese processuali da pagare.

Secondo il giudice e il Riesame, «c’erano esigenze cautelari di eccezionale rilevanza, fondate sull’analisi dello specifico profilo delinquenziale di Amato». E la suprema corte ha aggiunto che «il ricorrente, oltre a essere gravato da numerosissimi precedenti penali, anche specifici, si era dimostrato più volte insensibile ai provvedimenti dell’autorità, mentre l’esito fallimentare dei percorsi terapeutici in precedenza intrapresi costituiva una ulteriore prova della sua inaffidabilità e del fatto che non vi era da parte sua una seria ed effettiva intenzione di disintossicarsi». Non se ne parla, quindi, di arresti domiciliari, nemmeno alla Dumia di Feltre, e nonostante l’adozione della procedure di controllo a distanza.

Sono sotto sequestro due società che hanno sede a Cisterna di Latina e che sarebbero riconducibili ad Amato, ma intestate in maniera fittizia ad altre due persone. —

Gigi Sosso

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