Premi di risultato, indagata l'ex direttrice dell'Azienda feltrina
FELTRE. Un avviso di garanzia trasmesso nei giorni scorsi. Destinataria Maria Chiara Santin, direttrice responsabile dell'Azienda servizi alla persona di Feltre fino al pensionamento di novembre dell'anno scorso. Fra le ipotesi di reato che le si contesterebbero c'è l'attribuzione di premi di risultato in assenza di obiettivi documentati, ossia non esplicitati come tali. L'ex dirigente di Feltre che ha avuto in capo anche la Sersa di Belluno e che ora gestisce l'analoga azienda di servizi in Agordo, si dice «serena». «Sono certa di aver agito correttamente nel rispetto dei ruoli e consapevole del fatto che ci si muova nell'ambito di una normativa complessa», si limita a commentare Santin, sulla quale la Procura indaga dopo le indagini effettuate dalla Finanza a partire da febbraio di un anno fa.
Quel periodo coincide con le seconde dimissioni (poi rientrate per l'intercessione del sindaco Perenzin), presentate dal Cda presieduto da Angelo Dalla Costa, per un manifestato dissenso sul modus operandi dell'allora direttrice. La guardia di Finanza ha acquisito atti e documenti conservati in azienda e avrebbe operato allo stesso modo anche in Sersa a Belluno, dove la Santin ricopriva analoga posizione.
Per quanto riguarda Feltre, già si era aperto un contenzioso fra il presidente e i componenti del consiglio di amministrazione, ad eccezione di Milva Tremea rappresentante di Lentiai che si è dimessa nei giorni scorsi, e la direttrice. Santin aveva considerato che il premio di risultato le spettasse di diritto in quanto il raggiungimento del budget poteva essere considerato un obiettivo. Ed è su questo, cioè sulla complessità della normativa, che potrebbe articolarsi la memoria difensiva dell'ex direttrice. L'autonomia gestionale, in assenza di uno statuto che regolamentasse i rapporti fra comune e azienda, si è protratta fino a quando non si è rinnovato il cda con la pretesa, da parte del presidente Angelo Dalla Costa, che vi fosse trasparenza per centri di costo. Il tutto si è tradotto in un regolamento e in uno statuto, approvati in consiglio qualche mese fa.
Laura Milano
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi