Premio San Vittore a Barbante scienziato amico del clima
«È una settimana da record negativo, quella che sta patendo il nostro pianeta e la situazione è più seria di quanto si possa pensare: la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera è di oltre 415 parti per milione. Per trovare un’altra volta una concentrazione tanto alta dobbiamo tornare indietro di due milioni e mezzo di anni, quando la temperatura era di tre gradi superiore a quella attuale».
Lo ha detto Carlo Barbante, ieri in sala degli stemmi, quando la Famiglia Feltrina gli ha conferito il premio San Vittore. E proprio in sintonia con quello che propone il sodalizio presieduto da Enrico Gaz, in termini di crescita culturale e scientifica della comunità, e con il temperamento dello scienziato feltrino che vuole il bene della Terra e della sua terra di origine, si è fatto appello alla coscienza comune.
«La soluzione possibile per cercare di invertire la rotta», ha ribadito il docente a Ca’Foscari e ricercatore Cnr protagonista delle ricerche in Antertide sul cambiamento climatico, «è l’impegno di tutti. Nel locale ognuno di noi può mettere in pratica azioni e comportamenti virtuosi atti a ridurre l’inquinamento atmosferico. Le stesse amministrazioni comunali devono essere accorte nelle politiche di trasporto, energetiche e quant’altro. Stiamo vivendo in un periodo di transizione importante e c’è bisogno del supporto di tutti per ridurre la concentrazione di anidride carbonica».
Non ha nascosto i problemi ma ha l’ottimismo della volontà, Carlo Barbante, «sempre fedele al patrimonio valoriale della comunità feltrina», come ha detto il presidente Enrico Gaz nella sintesi del premio attribuito, uno scienziato che ha acquisito altissimi meriti mantenendo inalterato il suo senso di appartenenza. Un professionista che sa ricucire lo strappo fra élite e popolo, la distanza fra le categorie di cui ha parlato l’assessore Alessandro Del Bianco in riferimento a uno dei temi caldi dell’attualità, perché è un professionista che fa capire le cose alle persone e fa appello comune all’assunzione di responsabilità.
Per il premio all’amico Barbante è tornato a Feltre anche Carlo Doglioni che dal 2016 è presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e che nel 2011 era stato insignito del premio San Vittore.
Doglioni ha ripercorso le tappe fondamentali della carriera in continua ascesa di Carlo Barbante che proprio di recente ha acquisito un prestigioso Advanced grant dell’European research council per lo studio dell’impatto antropico sul clima in epoca pre-industriale. Doglioni non ha tralasciato gli aneddoti che si sono voluti intendere come profetici sulle scelte di vita che hanno fatto entrambi.
«Due cose ci accomunano», ha esordito Carlo Doglioni, «il nome e poi lo stesso maestro elementare Antonio Bee che ha saputo individuare e assecondare la passione per la scienza». Non si poteva così non ripercorrere la carriera di Barbante e le proposte di innovazione espresse per la “sua” università, quella di Ca’Foscari, che diventerà centro di riferimento per la ricerca climatica in Italia e in Europa. Senza contare il lavoro scientifico compiuto in Antartide a 40 chilometri dalla base italo-francese Concordia, di un sito di perforazione dove estrarre carote di ghiaccio fino a 2.730 metri, che servono a ricostruire il clima del pianeta.
«Carlo è un feltrino doc», ha concluso Doglioni. «Per chi ha la fortuna di conoscerlo regala ottimismo e gioia di vivere, catalizza l’entusiasmo e il dinamismo di colleghi e studenti sui temi cruciali dei cambiamenti climatici. Una passione forse fidelizzata dai ghiaccioli di Sommariva. Con mani fredde e cuore caldo, contribuisce a nuove scoperte scientifiche e entra nel merito di uno degli argomenti cruciali, quello dei cambiamenti globali, chiamando la società all’appello per la sostenibilità energetica». –
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