Prende a pugni il padre e lo manda all’ospedale cadorino condannato

La lite era scoppiata per la caduta accidentale della madre Era stato il genitore a cominciare e ha avuto la peggio 



Aveva preso a pugni il padre. Andrea Toscani è stato condannato a un anno e sei mesi per lesioni aggravate, mentre il reato di maltrattamenti non si è configurato perché in discussione c’era soltanto l’episodio del 19 maggio dell’anno scorso. Quella sera, nell’abitazione di Venas, erano intervenuti prima i carabinieri e poi i sanitari del 118.

Il pubblico ministero Tricoli è arrivato a chiedere due anni e 20 giorni, viceversa per il difensore Ghedina l’imputato andava assolto, invocando la legittima difesa e lo stato di necessità. Era stato il genitore a iniziare, dopo aver visto la moglie a terra.

La donna era inciampata da sola e, ieri nell’udienza in tribunale, l’ha detto espressamente prima che il suo esame venisse interrotto e fossero prodotti tutti i verbali con le sommarie informazioni utili a evitare l’audizione degli altri testimoni.

Era stato il comandante della stazione dei carabinieri di San Vito a raccontare l’accaduto. La pattuglia era intervenuta alle 19.30 per una violenta lite tra padre e figlio. Quando i militari erano arrivati sul luogo della chiamata avevano trovato i due coniugi all’esterno della casa. Erano entrambi sotto shock e l’uomo aveva il volto pieno di sangue. L’imputato, invece, era dentro e non presentava alcuna ferita o tumefazione.

Necessario l’intervento dell’ambulanza per il trasporto all’ospedale. La prognosi sarà di 45 giorni, con future ripercussioni sulla masticazione.

Ma perché era scoppiata la baruffa? La madre dell’imputato ha spiegato, non senza difficoltà dovute alla delicatezza della situazione, che la giornata non era cominciata bene per il figlio, perché aveva perso il telefonino, ecco perché le ha chiesto 200 euro per comprarsene un altro. A una certa ora il giovane è tornato a casa ed è andato in bagno, dove ha lasciato aperta l’acqua calda, provocando un certo malumore . Ma il detonatore è stata la caduta accidentale della donna. «Mio marito ha pensato che la colpa fosse di Andrea e l’ha aggredito. Mio figlio ha reagito prendendolo a pugni, ma senza colpirlo con il portacenere, come ha detto qualcuno».

Il giudice Feletto ha ritenuto provate le lesioni aggravate, anche sulla base del certificato medico e ha condannato a un anno e mezzo. —



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